Il libro di Elena Pigozzi, pubblicato dalla casa editrice Piemme Edizioni il 14 giugno 2022, è un romanzo che racconta dei valori della famiglia, della creatività femminile, della tradizione e della cultura di raccontare e preservare i valori antichi. L'autrice ha già pubblicato diversi Libri, fra cui "L'ultima ricamatrice" e inoltre ha vinto il premio “Pavoncella per la creatività femminile nel 2021".
La casa bianca
Sul fianco di una montagna, affacciata sul lago, in un luogo dimenticato e nascosto tra la provincia di Trento e di Verona, c’è una casa bianca.
Ed è da lì che tutto inizia. Da lontano, quando il sole illumina i muri, sembra una perla o una conchiglia, appoggiata per caso in quel luogo impervio. È lì che Giovanni ha deciso di costruire con i pochi soldi portati a casa dopo gli anni in Brasile ed è lì che ora Sara, sua nipote, ha fatto ritorno dopo molti anni di assenza, perché la casa è in pericolo.
È qui che si intrecciano le vite di Giovanni, Ines, Erminia, Maria, fino a Italia e Sara.
L'albero genealogico
All’inizio del romanzo c'è una sorta di albero genealogico, volto a far comprendere i numerosi personaggi e il cambio generazionale, che vi si avvicenderà durante tutta la narrazione. Uno dei primi personaggi, se non altro, il narratore principale, è quello di Sara.
La donna, nata in un giorno estremamente piovoso, ha un dono misterioso, tramandato dalla sua famiglia: ovvero quello “di sentire l’acqua”.
Sara, nella casa di famiglia, chiamata anche "la casa bianca" sente voci misteriose, che le parlano, la indirizzano, le indicano cosa fare. Quel vociare appare sia chiaro che chiassoso, si eviscera nei fogli che Sara scrive senza consapevolezza, nelle manifestazioni più strane e nei momenti sia di pace che di tumulto.
La casa bianca sembra parlare ai suoi inquilini in maniera dolce e decisa, le voci di chi vi ha abitato prima, attraverso la potenza dell’acqua che scorre sotto le fondamenta. Esse non perdono vigore, restando sempre accese dall’alba al tramonto. La casa bianca è una costruzione incastrata tra un monte e un fiume. L’immagine restituita al lettore è senz’altro non quella di una casa infestata, ma di un luogo di pace, incontaminato dalla violenza e dalla brutalità umana: un luogo dove intere generazioni hanno vissuto amori, nascite, perdite e partenze.
Un luogo capace di proteggere, accogliere e anche lasciare andare.
Mattone dopo mattone
Emozionante è il racconto di come Giovanni, nonno di Sara, mette su mattone dopo mattone le fondamenta di quella casa sospesa nel tempo. L’uomo ne parla come se la costruzione fosse capace di parola, di vita, di sentimenti, e che l’acqua al di sotto di essa, potesse in qualche maniera renderla indistruttibile per la vita. Tuttavia la bellezza di quella casa, immersa nella natura, sembra trovarvi ostacolo, un giorno, in seguito alla notizia di esproprio arrivata a Sara. L’incessante voglia di ammodernamento, fa a pugni con la vita immersa nella natura, scossone che questa volta toccherà al destino dell’immutabile casa bianca.
Il romanzo lascerà spazio a numerose storie d’amore: come quella tra Sara e Angelo che dimostrerà in maniera chiara di come l’amore abbatta le distanze tra l’uno e l’altro. Di grande spessore, anche la storia tra Ines e Giovanni, con il racconto della loro fuga d’amore e la ricerca di fortuna in Brasile.
Si indagherà da vicino anche il rapporto difficile che Sara ha con sua figlia Mirta, che a causa di fattori esterni, hanno imparato a conoscersi e vivere insieme in maniera lenta e postuma. Importante durante tutta la narrazione è il tema della natura. Un romanzo che si fa coro di una famiglia nell’arco di un secolo e in un racconto dove la capacità di "sentire l’acqua" è sia dono che peso, in un mondo incapace di fermarsi ad ascoltare la natura e le sue innumerevoli esigenze.
È un libro "fluido", che fa salti temporali senza temere niente: ha un linguaggio evocativo ed è quasi un inno alla vita, di cui l’acqua diviene il simbolo e lo stemma.