Marco Mazzoli, storico conduttore de Lo Zoo di 105, si è raccontato in un'intervista al podcast Gurulandia parlando di radio, televisione, successo e delle difficoltà che ha affrontato nella sua carriera.
"Non ci sono soldi, non ci sono conoscenze, non ci sono appoggi. Alla fine il pubblico è quello che ti premia. Se fai un prodotto sempre ai massimi livelli, è impossibile che tu fallisca", ha dichiarato Mazzoli, sottolineando l'importanza di mantenere alta la qualità del proprio lavoro.
L'origine del successo
La passione per la radio è nata quasi per caso, come lui stesso racconta: "Ero un ragazzino, il mio vicino registrava programmi radiofonici da casa e mi ha coinvolto.
Il fatto di poter parlare a tante persone senza essere visto mi ha illuminato. Ho capito che era quello che volevo fare".
Dalla gavetta nelle radio locali all'approdo su Radio 105, la sua carriera è stata una scalata fatta di sacrifici e dedizione: "Quando sono arrivato a 105, Albertino era il numero uno. Io ero un granello di sabbia sotto le sue scarpe.
Ma mi sono fatto un mazzo incredibile e alla fine il lavoro ha pagato".
Il segreto del successo de "Lo Zoo di 105"
Il programma, in onda da oltre 25 anni, continua a essere il più ascoltato in Italia. Mazzoli spiega che il segreto sta nella capacità di rinnovarsi continuamente: "Se inizi a sederti sugli allori, sei finito. Io e il mio team lo sappiamo.
Quando sento che le idee iniziano a scarseggiare, convoco una riunione e dico: ragazzi, vogliamo essere sempre primi o vogliamo essere secondi?".
Un impegno costante che non lascia spazio alla mediocrità: "Ogni giorno dobbiamo consegnare otto scenette nuove. Per 285 puntate all'anno. Da 25 anni. Non è facile, ma è quello che ci mantiene vivi".
La radio oggi e il confronto con i podcast
Mazzoli ha anche parlato della concorrenza di Spotify e dei podcast, che hanno cambiato il modo di fruire i contenuti audio. "Se la radio diventa solo un jukebox, è chiaro che perde appeal. Ma se ha contenuti forti, una personalità riconoscibile, allora ha ancora un futuro".
E riguardo ai podcast, conferma il suo interesse per il mezzo, anche se non tutto lo convince: "Ho provato a fare 2046 con Fabio Rovazzi, ma non era il mio mondo.
Troppi paletti, troppo controllato. Io sono abituato a dire quello che penso senza filtri".
Gli scontri con Cruciani e Parenzo
Sul rapporto con Giuseppe Cruciani, conduttore de "La Zanzara", ammette: "Lui ha preso un pezzo dello Zoo e lo ha espanso. Era un fan del nostro programma, ma si è creato la sua strada. Rispetto il suo lavoro, anche se a volte non condivido il suo stile".
Diverso il discorso per David Parenzo: "Mi ha denunciato e ha vinto. Gli ho dovuto pagare 18.000 euro per una battuta. Tra colleghi certe cose non si fanno".
Il rapporto con i social e le critiche
Mazzoli è spesso al centro di polemiche, ma ammette che le critiche non gli sono indifferenti: "Se sono costruttive, mi interessa ascoltarle.
Se sono solo insulti, mi limito a bannare".
E su Selvaggia Lucarelli, con cui ha avuto uno scontro mediatico, dice: "Mi ha ridotto Lo Zoo a un programma di bestemmie. Mi ha fatto girare le scatole. La battaglia è partita da lì".
L'Italia e la politica
Pur vivendo a Miami, Mazzoli segue l'Italia e ha idee chiare sulla situazione del Paese: "Eravamo la quarta potenza mondiale, oggi siamo messi malissimo. Manca la meritocrazia, e senza quella un Paese non può crescere".
E su Giorgia Meloni? "Ha portato a casa Chico Forti, un risultato importante. Ma può fare di più. L'Italia ha bisogno di un cambiamento vero".
Il futuro? Sempre in radio
Nonostante le difficoltà, Mazzoli non ha dubbi sul suo futuro: "Ho avuto offerte per la televisione, ma ho sempre scelto la radio. Per me rimane il mezzo più bello, più libero. Finché avrò qualcosa da dire, sarò dietro un microfono".