Il 19 febbraio 2016 moriva Umberto Eco: non è stato solo un accademico o un romanziere, ma un giocoliere delle parole. Attraverso la Semiotica, ha insegnato a leggere il mondo come un testo, a decifrare segni nascosti e a smascherare le illusioni della comunicazione.
Deceduto esattamente nove anni fa a Milano, all'età di 84 anni, Eco ha lasciato un’eredità culturale che continua a ispirare studiosi, lettori e appassionati di conoscenza.
La formazione e i primi passi accademici
Dalla laurea in Filosofia all’Università di Torino nel 1954 con una tesi su San Tommaso d’Aquino, fino alla direzione di importanti cattedre accademiche, Eco ha dimostrato un’inesauribile curiosità intellettuale.
Nel 1962 ha pubblicato Opera aperta, introducendo il concetto rivoluzionario di lettura attiva, secondo cui non esiste un’unica interpretazione di un’opera, ma infinite possibilità, tutte legittime.
Con il Trattato di semiotica generale (1975) ha scomposto il linguaggio come un alchimista che analizza gli elementi fondamentali della realtà.
Il successo mondiale con Il nome della rosa
Ma Eco non si è fermato alla teoria. Con il romanzo Il nome della rosa (1980) ha portato il suo sapere al grande pubblico, trasformando un’indagine medievale in un viaggio tra filosofia, teologia e mistero.
Il successo planetario del libro e del film con Sean Connery ha dimostrato che la cultura può essere affascinante, coinvolgente e persino popolare.
Romanzi e labirinti di parole
Non meno geniali sono stati Il pendolo di Foucault (1988) e L’isola del giorno prima (1994), Labirinti di parole in cui il lettore si perde e si ritrova, affascinato dal potere della narrazione.
Eco non ha mai smesso di interrogarsi su fake news, manipolazione dell’informazione e media, anticipando di molti anni le preoccupazioni dell’era digitale.
L'eredità di Umberto Eco
Anche dopo la morte, il suo pensiero continua a essere un faro per chi cerca risposte tra le righe della realtà. Eco ha insegnato che leggere il mondo non è solo un esercizio intellettuale, ma un’arte che può cambiare il modo di vedere le cose.
La sua eredità non è solo nei libri, ma nell’insegnamento di un metodo critico per interpretare la realtà.
Eco ha lasciato una bussola per orientare nel mare della comunicazione moderna, tra segni, simboli e significati nascosti. Ogni lettore che si avvicina alle sue opere scopre nuove prospettive, comprendendo che il sapere non è mai statico, ma un labirinto da esplorare con curiosità.