Nel silenzio ovattato che avvolge Roma nei giorni del grande lutto per Papa Francesco, la voce irriverente dell’arte di strada ha trovato una nuova superficie su cui farsi ascoltare. È apparsa nella notte tra il 23 e il 24 aprile, in via Nicolò Piccolomini, a due passi dalla Città del Vaticano, l’ultima opera dell’artista Laika: un murale dal titolo “Gli invitati”, che ha già sollevato più di un sopracciglio.

")'Ma questi chi li ha invitati?'

Il Pontefice argentino viene raffigurato mentre, dall’alto dei cieli, osserva incredulo la lista degli invitati al proprio funerale.

I nomi? Donald Trump, Javier Milei, Ursula von der Leyen, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi. Sul volto del Santo Padre, un’espressione a metà tra lo stupore e l'ironia, accompagnata da una frase che è già diventata popolare sui social: “Ma questi chi li ha invitati?”

La firma è inequivocabile: Laika, l’artista romana che negli ultimi anni ha fatto della provocazione visiva il proprio linguaggio, torna a colpire con un’opera che mescola attualità, dissenso e fede. Il murale è stato collocato in uno dei punti panoramici più noti della capitale, proprio dove la cupola di San Pietro si staglia maestosa in fondo a una prospettiva perfetta. Un modo per ricordare, forse, che la distanza tra terra e cielo può essere sottile — e che anche nell’eternità, certe presenze possono risultare fuori posto.

Roma si prepara ai funerali

Nel frattempo, Roma si prepara all’ultimo saluto a Jorge Mario Bergoglio. In sole 26 ore, tra le 11 del 23 aprile e le 13 del giorno seguente, oltre 61.000 persone hanno reso omaggio al pontefice nella Basilica di San Pietro. Di queste, ben 13.000 si sono messe in fila durante le ore notturne, approfittando della decisione del Vaticano di tenere aperta la basilica fino alle 5.30 del mattino. “Un popolo in cammino”, lo ha definito un sacerdote presente all’ingresso, “un’umanità silenziosa e grata”.

L’organizzazione dei funerali di sabato è in piena attività. Le autorità prevedono oltre 200.000 partecipanti solo in piazza San Pietro, con delegazioni da ogni angolo del pianeta e 4000 giornalisti accreditati.

La macchina della sicurezza è imponente: migliaia di uomini delle forze dell’ordine, tecnologie avanzate per il controllo delle aree sensibili e un piano logistico senza precedenti. La città attorno al Vaticano sarà praticamente blindata: limitazioni al traffico, riduzione delle linee tramviarie e trasporti ferroviari potenziati grazie a Trenitalia, che ha previsto sconti del 40% sui biglietti e treni straordinari per agevolare l’afflusso dei fedeli.

Le parole di Laika

E mentre il flusso verso la basilica continua ininterrotto, tra lacrime e preghiere, il murale di Laika resta lì, a ricordare che l’arte — anche la più spigolosa — ha il potere di aprire riflessioni là dove tutto sembra essere già stato detto.

“In vita, Papa Francesco ha sempre parlato agli ultimi e contestato il potere — scrive l’artista sui propri canali social —. Con quest’opera, ho voluto immaginare cosa penserebbe di certe presenze anche da lassù.”

Il messaggio, tra sacro e profano, è potente. Come spesso accade con l’arte di Laika, non cerca approvazione, ma solleva domande. E proprio in questi giorni in cui la fede incontra la politica, la spiritualità il protocollo, e il lutto la diplomazia, forse è il momento più giusto per farsele.