Nella società delle conoscenze, l’intelligenza può essere per alcuni anche un fattore afrodisiaco o meglio di attrazione sessuale. Nasce così la “sapiosessualità”, neologismo che sta ad indicare l’intelligenza come principale fattore di attrazione per alcune persone. Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Intelligence l’autore Gilles Gignac dichiara che una percentuale che oscilla tra 1-8% dei giovani, di età compresa tra 18 e 35 anni, nella ricerca del partner, più che dell’aspetto fisico è attratto dal Q.I. (quoziente di intelligenza).
E’ bello ciò che piace
Quali sono le caratteristiche che orientano i giovani di adesso nella ricerca del partner giusto? Una domanda apparentemente banale e, forse, dall’esito scontato. Ma così non è. Per fotografare quali sono i criteri di scelta alla base delle relazioni tra i giovani del nostro tempo, Gilles Gignac, un ricercatore della University of Western, in Australia, ha sottoposto 383 adulti ad un questionario ad hoc al fine di identificare le loro preferenze.
Al primo posto, come criterio di seduzione del partner, c’è la gentilezza. Seguito, subito dopo, proprio dall’intelligenza. In misura minore troviamo la personalità eccitante seguita dall’affabilità o essere alla mano. Intelligente sì ma non cervellone!
Infatti, la stessa ricerca ha permesso di discriminare tra coloro che sono estremamente intelligenti, con un Q.I. > 130 (1% della popolazione) e coloro che sono dotati di una intelligenza nettamente superiore alla media (Q.I. ~ 120) (10% della popolazione). Decisamente più attraenti, i sapiosessuali, di quelli che sono mediamente intelligenti (50% della popolazione).
Come dire, intelligenti sì ma non esageriamo. Rientrano nella cosiddetta fascia dei sapiosessuali una percentuale di giovani che oscilla tra l’1 e 8% (popolazione 18-35 anni). Ma l’essere sapiosessuale non è una peculiarità di chi è intelligente anzi, lo sono persone dotate di ogni livello di Q.I. E non vi sono differenze significative tra i due sessi.
Ma come fanno i sapiosessuali ad identificarsi? Non è stato difficile per loro immaginare un applicazione ad hoc chiamata appunto Sapio (intelligent Dating) che consente a questo gruppo elitario di popolazione di riconoscersi ed incontrarsi.
Il cervello è il principale organo sessuale
Lo sostiene lo psichiatra Lister Rossel. Infatti, più che la pelle o gli organi genitali, è proprio il cervello la sede dove vengono elaborate le sensazioni emotive al fine di stabilire relazioni tra individui. Se quest’organo mette al primo posto l’intelligenza, come elemento di stimolo, anche sessuale, allora siamo di fronte ad una persona sapiosessuale. Cioè a coloro che trasformano una emozione cerebrale, conseguente a discussioni che richiedono una elaborazione complessa, in una forma di stimolo verso l'altro: la cosiddetta intelligenza erotica.
Attenti però, molte volte a sembrare sapiosessuali sono persone che in effetti sono semplicemente insicure e che cercano in un partner “brillante” quella personalità desiderata ma offuscata da forme di paura, timidezza, insicurezza. In questo caso, il rapporto tra una personalità “fragile” e un partner intelligente, porta ad una relazione di dipendenza. Che è un’altra cosa.
Una personalità “intelligente”, ovvero dotato di un Q.I. superiore alla media, è colui che avanti a delle problematiche trova, con minor fatica rispetto agli altri, la soluzione migliore per risolverle. Mentre le stesse persone, davanti ad una condizione ovvia o di routine, si annoiano. Sebbene queste caratteristiche siano presenti sia negli uomini che nelle donne, sono quest’ultime ad essere maggiormente interessate in quanto il genere femminile è quello che normalmente si sofferma meno – rispetto agli uomini – sull’aspetto fisico e, per innamorarsi ha bisogno di altri stimoli.
Come l’intelligenza, appunto.
Sebbene il termine sapiosessuale sia di conio recente, il fatto che personalità intelligenti abbiano, da sempre, potuto vantare un proprio fascino risale alla notte dei tempi. Nel 380 a.c. già ne faceva menzione il filosofo Platone.