Dopo anni di ricerche, la medusa più sfuggente del regno acquatico è stata rinvenuta nell'Oceano Pacifico al largo delle coste dell'isola denominata San Benedicto. La medusa in questione si chiama Deepstaria Enigmatica, ed è stata scoperta per la prima volta nel 1960. Il suo nome particolare è stato ispirato alla vicenda del sommergibile Deepstar 4000, guidato da Jacques Cousteau: il nome dell'organismo marino è dovuto al fatto che la sua prima apparizione si è verificata proprio nel luogo dove il sommergibile americano aveva subito un terribile naufragio, a sud di San Diego (in Califronia).

La Deepstaria è stata soprannominata bonariamente anche "medusa a busta", proprio per la sua capacità di aprirsi raggiungendo il diametro di un metro, quando ha la necessità di catturare le sue prede.

Riapparsa la medusa celata dal 1960

La medusa è stata rinvenuta nell'Oceano Pacifico grazie ad una telecamera ultrasensibile che era stata posizionata all'interno di una sfera di vetro collocata nei fondali oceanici. I dettagli sul ritrovamento della medusa sono state resi noti sulla rivista American Museum Novitates. La telecamera è infatti riuscita a catturare immagini inedite della medusa e ad alta risoluzione, nonostante la scarsa luminosità della profondità oceanica. Il team di ricercatori che ha reso possibile la riscoperta della Deepstaria Enigmatica appartiene al programma di esplorazione americano per le ricerche sull'atmosfera e sugli oceani.

Cosa nasconde la medusa?

Per moltissimi anni la medusa è rimasta nascosta nei fondali oceanici, protetta dall'oscurità e della scarsità di mezzi tecnologici a disposizione dei ricercatori subacquei. Ma grazie alle nuove strumentazioni è ora riapparsa nella sua interezza. Grazie alle riprese è stato infatti possibile studiare dettagli riguardo la Deepstaria Enigmatica che prima erano rimasti celati.

Innanzitutto la medusa ha tentacoli nascosti che fa uscire soltanto nel momento in cui deve inghiottire la sua preda. La sua campana può infatti aprirsi fino a raggiungere un diametro di un metro, in modo tale raggiungere la preda e catturarla. La medusa si è scontrata in questa occasione con la telecamera mostrando altri dettagli interessanti sulla sua fisionomia. I ricercatori hanno infatti potuto osservare alcuni canali che caratterizzano la campana della medusa e che costituiscono lo stesso apparato digerente dell'organismo.