Il 10 agosto si avvicina e, come ogni anno, tutti noi ci prepariamo ad assistere ad uno degli spettacoli più magici che il cielo abbia da offrirci: la famosa Notte di San Lorenzo, durante la quale aumentano le probabilità di poter scorgere le cosiddette "stelle cadenti". In questo giorno (e in quelli immediatamente successivi) infatti, l'atmosfera terrestre viene oltrepassata da un numero di piccole meteore molto più elevato del solito, donandoci questa visione suggestiva.

Tutto ciò, tuttavia, potrebbe essere compromesso da un fenomeno che, col tempo, sta arrivando ad oscurare sempre di più il nostro cielo: l'inquinamento luminoso.

Inquinamento luminoso: un fenomeno in crescita

Con la terminologia inquinamento luminoso s'intende un'alterazione ambientale che va a modificare i livelli di luce che sarebbero presenti naturalmente nell'Ambiente notturno.

Questo fenomeno è provocato principalmente dall'utilizzo scorretto di impianti di illuminazione esterni che non emettono solo la luce indispensabile alla visione notturna, bensì anche luce "superflua" che si disperde in altre direzioni, comportando cambiamenti drastici nell'equilibrio naturale dei livelli di luminosità al calar delle tenebre.

Si tratta, purtroppo, di una situazione in costante aumento: basti pensare che, come dimostrato da uno studio di ricercatori dell'Helmholtz-Zentrum per la geofisica a Potsdam (i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances), in soli quattro anni, dal 2012 al 2016, la superficie terrestre illuminata in maniera continua durante la notte è aumentata del 2,2% all'anno.

Stando ad un ultimo aggiornamento, inoltre, attualmente gli Stati Uniti hanno una produzione media pro-capite di luce artificiale di tre volte superiore a quella europea. Nel Vecchio Continente, il Paese più virtuoso è la Germania, mentre l'Italia purtroppo ha una media di flusso luminoso del 40%.

Secondo l'Atlante mondiale dell’inquinamento luminoso (The new world atlas of artificial night sky brightness) di fatto, ormai l'80% della popolazione globale si trova ad osservare un cielo inquinato dalle luci artificiali.

Conseguenze e danni

Come si può immaginare, tutto ciò ha ripercussioni su diversi fronti. Il primo danno provocato dall'inquinamento luminoso è sicuramente quello di tipo ambientale: l'alterazione dei livelli di luce naturale causa difficoltà o totale perdita di orientamento da parte di diverse specie animali (uccelli migratori, tartarughe marine, falene...), mutazioni del fotoperiodo delle piante e mutamenti dei ritmi circadiani di animali, piante e dell'uomo stesso.

Non solo, ma questo fenomeno ha portato anche danni di tipo scientifico (pensiamo semplicemente alle difficoltà che si possono riscontrare negli studi di astronomia) e, inevitabilmente, di stampo economico: è inutile dire che questo ricorso alla luce artificiale porta con sé un grandissimo spreco di energia elettrica. È stato constatato che l'Italia, con i dovuti accorgimenti, potrebbe arrivare a risparmiare un miliardo di euro per l'illuminazione pubblica, andando ad esempio a rimuovere quella presente in alcune zone che non ne avrebbero alcun bisogno.

Non bisogna dimenticare poi i danni culturali: come anticipato in apertura, a causa dell'inquinamento luminoso non è più possibile osservare quel cielo stellato che nella storia ha ispirato religione, filosofia, letteratura e cultura in generale.

Possibili soluzioni

Come rimediare a tutto ciò? In Italia vigono tre normative principali (UNI10819, UNI10439, UNI9316) che indicano delle regole da seguire per cercare di limitare il problema dell’inquinamento luminoso. Queste riguardano, ad esempio, la scelta di una corretta illuminazione delle strade, con lampioni provvisti di calotte che dirigano la luce sulla strada, evitando di disperderla in altre direzioni. Si parla, inoltre, di limitazione di dispositivi con flusso luminoso verso l'alto (come avviene per le discoteche), di circoscrizione dei luoghi in cui occorra necessariamente illuminazione e di riduzione delle luci decorative e pubblicitarie.

Se davvero si riuscisse a prendere atto di questi accorgimenti si otterrebbero molti vantaggi, da quelli di tipo economico - la riduzione delle spese destinate all'illuminazione - a quelli di tipo ambientale, senza sottovalutare i vantaggi per la nostra salute.

Al contempo, sarebbe finalmente possibile osservare ciò che la volta celeste ha da offrirci: uno spettacolo mozzafiato di stelle a non finire. Dunque, siamo davvero disposti a spegnere il nostro cielo per tenere accesi dei lampioni?