Il giovane DJ Mhod, classe 1991, risiede in provincia di Treviso ma è anche conosciuto nel Sud America proprio grazie alla sua Musica. Mattia, questo il nome di battesimo di Mhod, è uno dei tanti ragazzi che ha trovato fortuna all'estero. Dal 2015 ha iniziato il suo percorso di producer ed ha firmato contratti con alcune delle migliori etichette elettroniche mondiali, Defected Records, Elrow music, Repopulate Mars, Be One Records, ecc. A Blasting News ha raccontato la sua storia, presentato il suo genere musicale e ha dato il suo parere sulla musica in Italia e sul perché, forse, è più facile fare successo all'estero.

Intervista a Mhod

Ti fai chiamare Mhod, da dove arriva questo nome?

'Mhod è un gioco con la parola Mood che in inglese significa umore, a questa parola ho aggiunto semplicemente una H e tolto una O. Ho sempre pensato che la musica sia in grado di cambiare il morale in qualsiasi momento e che aiuti molta gente a evadere dai vari problemi quotidiani o a distrarsi in generale'.

Sei un DJ e producer italiano ma che lavora soprattutto all’estero. La tua è una scelta o ti sei trovato ad avere più riscontro in altri paesi?

'Diciamo che il mio genere musicale c’è in tutto il mondo e oggi grazie ai social e a Spotify ti possono seguire e ascoltare da ogni angolo del pianeta. Adesso gli artisti grazie a Spotify possono vedere dove hanno più riscontro, più fan, quanti plays fanno in un determinato stato.

All’estero, sopratutto in Sud America ho più ascoltatori e di conseguenza ho trovato molta più gente che ha voluto investire su di me e il mio prodotto'.

Secondo te in Italia manca qualcosa nell’ambito musicale e produttivo? Non trovi ci sia anche troppa concorrenza?

'Non lo so, io la vedo che se non conosci la persona X non hai grandi possibilità e c’e poca voglia di investire su prodotti nuovi.

Diciamo che i grossi promoter puntano a riempire i locali facilmente chiamando "nomi grossi”, DJ importantissimi senza dare troppe chance agli emergenti. Non voglio parlar male del mio paese, però c’e un interesse di un altro genere, qui va molto la serata Rap Reggaeton: i gusti son gusti ecco. All’estero non è cosi, il mio genere ha un po più di spazio e ogni giorno ricevo messaggi positivi di supporto da tutto il mondo di vario tipo e questo mi fa andare avanti e mi fa lavorare sempre di più'.

Cosa vorresti fare in Italia a livello musicale, qual’è il tuo sogno di artista?

'Spero di poter girare tutta Italia grazie alla mia musica e a vivere appieno della mia passione. L'impegno paga sempre quindi sono abbastanza concentrato sul mio progetto per realizzarlo al più presto!'.

Hai definito la tua musica Tech house, puoi far capire meglio di cosa si tratta?

'La Tech House è la fusione tra la techno e l'house. Il genere si ottiene da suoni di batteria per la ritmica e per vari synth bassi attraverso sintetizzatori e software. Diciamo che ascoltando la Tech House ti viene voglia di ballare ed è abbastanza allegro come genere, ha suoni allegri e grintosi ecco, la consiglio a tutti'.

Qual’è il genere musicale che più ti ha spinto a fare musica?

'Ho iniziato da piccolino ad appassionarmi alla musica elettronica seguendo la Dance dei miei anni e il ramo della Electro Minimal che non è altro che un sub-genere sempre della House. Ricordo che ascoltavo sempre m2o diabolika all’epoca, era molto underground per quei tempi e mi piaceva molto, ora non seguo più quello stile'.

Raccontaci della tua esperienza in Argentina, Chile e Uruguay.

'Nel 2018 è uscito un brano chiamato Don’t Mind per un'etichetta ucraina e dopo questa uscita mi scrivevano da tutto il mondo complimenti e vari feedback, sopratutto dal Sud America. Dopo mesi e mesi di messaggi e crescita di fan sui social son stato visto e contattato da più di un agenzia Sud Americana e ho fatto 3 tour in un anno in Argentina, Chile e Uruguay.

Il calore che ho ricevuto non posso spiegarlo, mille foto, mille persone conosciute, mille sorrisi, culture e emozioni: finalmente il mio lavoro è stato apprezzato veramente e tutto lo sforzo era stato ripagato. Penso sia stata l’esperienza più bella della mia vita e sicuramente non l‘ultima, con l’Argentina sopratutto ho un legame troppo forte e almeno una volta all’anno farò qualche tour, spero di conoscere anche altri paesi limitrofi'.

Ci sono artisti, cantanti, DJ e producer che stimi particolarmente, italiani e non?

'Diciamo che come DJ che stimo nomino Bob Sinclar anche se non è il mio genere, però leggendo varie interviste lo vedo molto simile a me. Del mio genere nomino Michael Bibi, Detlef, Latmun, Federico Ambrosi, Vinnci'.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

'Ho tanta voglia di fare nuova musica e di reinventarmi sempre di più, ho 3, 4 obbiettivi che vorrei esaudire quest’anno, per scaramanzia li tengo segreti. Quello che posso dire è che molto presto aprirò la mia etichetta discografica e non so, spero in futuro di poter firmare artisti bravi e talentuosi e fare dei party appunto della mia etichetta in giro per il mondo'.

Ci sono tuoi pezzi che consigli assolutamente di ascoltare per conoscerti meglio?

'Don’t Mind, All These People, Trip To Shanghai, Drop That. Sicuramente queste quattro qui più molti nuovi brani che ancora devono uscire, quindi seguitemi su Spotify'.

Il mondo social di Mhod

Mhod ha sicuramente sfruttato al meglio i suoi canali social e il già citato Spotify e, proprio da questi, è riuscito farsi conoscere all'estero e a fare della musica la sua occupazione.