Per millenni, l'uomo si è evoluto con le sue "piante alimentari", instaurando un rapporto simbiotico ed equilibrato con la natura ed imparando a conoscere tutto ciò che essa poteva offrire per il suo sostentamento.

In questo contesto, le piante hanno assunto un ruolo di primo piano. Infatti, nell'antichità non venivano utilizzate solo per scopi alimentari, ma anche per finalità folcloristiche e rituali, per usi tecnici dell'artigianato o per curare le malattie, consentendo l'acquisizione di un imponente patrimonio di conoscenza che si è tramandato fino ai giorni nostri.

La bardana, ad esempio, è una pianta erbacea biennale che contiene delle insospettabili proprietà e che è stata utilizzata nel corso della storia anche per scopi alquanto "curiosi".

Le origini del nome: diverse ipotesi

Il nome "Arctium lappa" fu introdotto nella sistematica da Linneo, ma quasi certamente l'origine è ben più antica, pare già dai tempi di Dioscoride (medico greco vissuto nel I secolo d.C.).

Arktos in greco vuol dire orso: ciò farebbe pensare alla villosità e all'aspetto ispido degli involucri dei capolini (le infiorescenze). Il nome della specie "lappa" potrebbe derivare dal celtico llap che vuol dire "mano". Infatti il fiore ha la caratteristica di attaccarsi ai vestiti e ai peli degli animali proprio come fosse una mano.

Plinio il Vecchio, per definire la pianta, utilizzava il termine latino "lape" (mucillagine) per le caratteristiche delle radici.

Infine, in Giappone la radice viene definita "gobo" e viene tradizionalmente consumata per numerose ricette come kimpira, nimono, fritture o insalate.

Usi e curiosità sulla Bardana

Si ritiene che sia stata la prima carta igienica degli antenati, infatti sarebbe stata utilizzata a questo scopo già nel 589 d.C.

in Cina. La commercializzazione, però, sarebbe iniziata nel 1857 grazie a Joseph Gayetty. Prima di allora, gli uomini antichi utilizzavano metodi "alternativi" per la pulizia delle parti intime.

Greci e Romani, per esempio, si servivano di frammenti di argilla e ceramica, ma anche di spugne che condividevano fra di loro su di un bastoncino sciacquato in acqua salata.

Invece, se ci si trovava nella vegetazione, si adoperavano le foglie delle piante, e fra queste vi era proprio la bardana che per le sue grandi foglie morbide e vellutate si prestava perfettamente alle esigenze fisiologiche.

L'ingegnere svizzero Georges de Mestral si ispirò alla bardana per inventare il velcro nel 1948. L'innovativo dispositivo di fissaggio alternativo al classico bottone venne poi da lui brevettato nel 1955.

In epoca medievale, questa pianta cominciò ad essere utilizzata come surrogato del caffè, macinandone le radici tostate.

Le proprietà benefiche

Gli antichi avevano intuito le proprietà medicinali della pianta, infatti veniva utilizzata come rimedio in caso di sterilità o infezioni gravi, oppure contro i morsi dei serpenti velenosi o dei cani affetti da rabbia.

Tutto ciò perché la bardana riusciva a penetrare in profondità grazie ai suoi fiori uncinati.

Sembra addirittura che il medico italiano Pena sia riuscito a guarire Enrico III di Castiglia (1379-1406) da una malattia infettiva della pelle utilizzando proprio gli estratti di bardana.

Questo vegetale, in effetti, è ricco di lignani, vitamine appartenenti al complesso B, amminoacidi, oligoelementi, composti polinsaturi e acidi fenolici che hanno proprietà antibatteriche, antibiotiche e antiflogistiche. Inoltre è ricca di sostanze amare come arctiopicrina, tannini e sopratutto insulina, sostanza drenante che svolge una funzione purificante sull'organismo e favorisce l'espulsione delle tossine.

Svolge altresì un'azione regolarizzante per il sistema linfatico, respiratorio, digestivo, circolatorio, favorisce il transito intestinale, ha effetti benefici sulla memoria ed è stata dimostrata una certa efficacia della bardana anche contro i dolori reumatici.

Sia nella medicina tradizionale che nella cosmetica moderna, la bardana è da sempre utilizzata come ingrediente per la preparazione di prodotti come: creme, lozioni, unguenti, infusi, tisane e decotti. Le sue importanti funzioni dermopatiche sono infatti un valido alleato nella cura di dermatosi, dermatiti, acne, eczemi, seborrea, forfora. Inoltre contrasta la caduta dei capelli.

Decotti curativi a base di bardana

Per curare acne, dermatiti e foruncoli, si può preparare un semplice decotto, versando un un litro di acqua bollente e 100 grammi di radici di bardana essiccate. Quando si sarà raffreddato, basterà lavare la zona interessata anche diverse volte al giorno per ottenere dei risultati soddisfacenti.

Pestando le foglie fresche di bardana in un mortaio, e dopo averle filtrate con una garza a trama stretta, si potrà ottenere un succo in grado di combattere la seborrea e di contrastare la caduta dei capelli.

Se si vuole idratare e donare luminosità alla pelle, è raccomandabile bere lontano dai pasti almeno tre tazze al giorno, per dieci giorni, dell'infuso di bardana. Per prepararlo, basta far bollire in un litro d'acqua per dieci minuti 60 grammi di radici fresche tagliate a pezzi.

Infine, per lenire il dolore causato dalle punture di insetti e diminuire il gonfiore, è consigliabile applicare direttamente sulla puntura le foglie fresche tagliate.

Simboli e leggende

Un'altra curiosità riguarda la simbologia di questa pianta.

Nel linguaggio dei fiori, la bardana rappresenta la riservatezza e la ritrosia. Questo perché la pianta, per via dei suoi spinosi capolini, tiene lontane le persone.

Un'antica leggenda narra che se nelle notti di solstizio si lanciano fiori di bardana sulle spalle della persona amata senza essere visti, questa capitolerà certamente.

Una tradizione popolare, invece, racconta che le giovani in età da marito dimostravano le loro abilità portando, senza farsi vedere, il maggior numero di fiori possibili da lanciare all'uomo prescelto. Se questi non se ne accorgeva, per penitenza doveva dare alla ragazza tanti baci quanti erano i fiori rimasti impigliati nell'abito.

La bardana compare, tra le altre cose, in un antico proverbio medievale che, decantandone le proprietà, recitava: "Se la vecchiaia vuoi tener lontana, fatti amiche cicoria e bardana".

Anche il drammaturgo e poeta inglese William Shakespeare parla della pianta nella tragedia Re Lear (la sua corona era fatta di bardana) e le sue caratteristiche vengono associate ad alcuni comportamenti umani: "Essi non sono altro che bardane, ve lo assicuro; si riappiccicano dove sono stati scacciati".