I misteri e le leggende di Napoli sono da sempre tramandate tra la popolazione napoletana. La storia della città campana regala agli occhi dei turisti e dei locali monumenti bellissimi, con dentro scrigni e tesori risalenti a migliaia di anni fa, che hanno contribuito a rendere grandi queste terre abbracciate dal maestoso Vesuvio e dall'emozionante golfo sottostante.

Storia del castello

Tra i tanti monumenti medievali che la città offre, non si può tralasciare Castel Sant'Elmo: uno dei posti più belli da visitare, situato sulla collina del quartiere Vomero.

I paradisiaci panorami che affacciano sui Quartieri Spagnoli, i caratteristici vicoletti della Napoli antica, il golfo e le isole che è possibile ammirare dalla zona di San Martino e dalle cime della struttura, nascondono storie di abusi, torture e fantasmi che, ancora oggi secondo i racconti popolari, sono presenti in quel luogo magico. In epoca romana, la zona nella quale oggi sorge il il castello, era denominata dagli antichi abitanti come "Paturcium", nome derivante dal latino "Patulcius" conosciuto nei tempi odierni come Giano; nonché Dio a cui la collina vomerese era dedicata. Nell'alto Medioevo il nome fu poi cambiato in Patruscolo o o Patruscio.

La storia di Castel Sant'Elmo ha radici lontane: nel X secolo il gioiello medievale sorse dove allora era presente una chiesa dedicata a Sant'Erasmo di Formia.

La possente struttura fu ricavata in parte dalla viva roccia (tufo giallo napoletano), e ne trasse origine da una torre d'osservazione normanna, il cui nome era Belforte.

La maestosa costruzione fu voluta dal re Roberto d'Angiò, detto anche Il Saggio, che nel 1329 incaricò il sovrano della Vicaria (noto quartiere di Napoli), Giovanni De Haya, di costruire una fortezza sulla collina di Sant'Erasmo: il noto Palatium castrum.

La sua posizione centrale fu voluta per avere il pieno controllo sulla città, il golfo e le strade che conducono al centro. Nel 1343 il castello fu ufficialmente completato durante il Regno della regina Giovanna I d'Angiò, e fu nel 1416 che la sovrana napoletana decise di cedere l'enorme struttura per la somma di 10.500 ducati ad Alfonso d'Aragona.

La nascita della Repubblica Napoletana

Molteplici furono la battaglie e gli assedi che la storia ricorda: le mura del castello in quegli anni furono contese soprattutto da francesi e spagnoli. La ricostruzione fu voluta dall'allora Imperatore Carlo V nel 1537, mentre il progetto fu affidato all'architetto Pedro Luis Escrivà, aggiungendo anche una grossa fortificazione alle cime della Certosa di San Martino. Qualche anno dopo, nel 1587, un violento temporale si abbatté su Sant'Elmo e un fulmine, cadendo all'interno della polveriera, diede vita ad un'enorme esplosione che causò la morte di 150 uomini.

Nel 1707 vi fu un nuovo assedio da parte degli austriaci, e nel 1734 toccò ai Borbone. Arrivato il 1799, durante i Moti napoletani, la struttura fu conquistata dai 'repubblicani', che si ritrovarono a fronteggiare i 'lazzari napoletani' che si erano opposti all'occupazione della città.

Dopo che la ribellione cessò, fu sancita definitivamente la nuova Repubblica Napoletana.

I misteri sepolti del gioiello medievale

Sant'Elmo è stato anche adibito a carcere militare fino agli anni '70 del XX secolo. La struttura fu successivamente riaperta al pubblico solo nel 1988, dopo diversi anni di ristrutturazione. Oggi lo storico monumento è stato rimesso a nuovo ed adibito a museo cittadino.

Come tutte le costruzioni d'epoca presenti nel capoluogo campano, anche questo luogo pieno di storia nasconde numerosi misteri legati a presunte apparizioni spiritiche, ombre, voci e spettri che tutt'ora sembrerebbero aggirarsi tra le mura del castello. Da più parti in città si racconta difatti che nelle stanze vaghi da secoli uno spirito dal carattere molto allegro, giocherellone e dalla grande voglia di spaventare tutti i passanti all'interno.

Un'altra storia dai contorni macabri sarebbe legata ad un cancello sito a sud della struttura, dove le guardie reali, in quegli anni, uccidevano chiunque provasse ad assediare la fortezza per conquistarla. Una volta uccisi, i corpi dei malcapitati di turno venivano gettati nei sotterranei finendo nelle grinfie dei topi. Di quegli oscuri luoghi ancora oggi sono tante le testimonianze di chi affermerebbe di aver sentito provenire forti urla di dolore, gemiti, e rumori inspiegabili. Per i più scettici, questi bizzarri avvenimenti non sarebbero altro che sibili causati dal vento continuamente prodotto in quei tunnel, mentre non manca chi è sicuro che, nei meandri di quell'inquietante luogo, i fantasmi delle persone uccise e torturate si aggirino tutt'ora alla ricerca dell'eterno riposo.