Per raccontare una delle storie calcistiche più romantiche della penisola bisogna partire da lontano, precisamente all'estate 2010. Allo stadio Friuli inizia la preparazione pre-season dell'Udinese, a guidarla nella successiva Serie A il comandante gentile Francesco Guidolin. Scelto dalla proprietà a capo della famiglia Pozzo, scelta mirata a far tornare agli antichi fasti l'Udinese. Erano gli anni ottanta e i bianconeri poteva annoverare nella propria rosa Zico, ai tempi uno dei migliori calciatori al mondo. Tempi lontani però, l'Udinese della famiglia Pozzo è ben lontana da quegli standard ma con il coltello fra i denti è pronta a tornarci.

La rosa

A disposizione di Guidolin una squadra che ad agosto sembrava tutt'altro che formidabile ma che pochi mesi dopo sovvertirà le gerarchie. Il reparto portieri viene affidato ad un ragazzone sloveno scuola Slovan Lubiana e che in A non ha vissuto una prima esperienza esaltante a Treviso, trattasi di Samir Handanovic. Per la difesa Guidolin si affida ad una giovane speranza, il marocchino Mehdi Benatia, e al colombiano Christian Zapata. Sulle fasce la velocità di Pablo Armero e la duttilità di Mauricio Isla, elementi di grande spicco per quella squadra. In mediana Giampiero Pinzi ha il compito di fermare l'azione avversaria. Muscoli e grinta anche per il regista della formazione, lo svizzero Gokhan Inler affiancato da Kwado Asamoah, duttile mezz'ala che spesso prendeva il posto di Armero sulla fascia.

Il tridente offensivo però farà la storia della squadra, i colpi di genio di Antonio di Natale che della squadra ne è anche capitano affiancati da quelli di un cileno, all'epoca, semi sconosciuto, Alexis Sanchez. Davanti l'opportunismo e il senso della porta e della rete di German Gustavo Denis, El Tanque.

La stagione

L'inizio è davvero difficile, la squadra fatica a legarsi e la difesa balla cadendo più volte sotto i colpi delle "piccole".

Alla sesta giornata la vittoria che libera dai fantasmi iniziali la squadra di Guidolin, con il Cesena la splendida incornata di Benatia regala il primo successo che tiene l'Udinese a distanza minima dalla zona Champions. Ancora tre vittorie, un pari e una sconfitta prima di cementificare il gruppo e dare consapevolezze alle "Aquile Friulane".

Dicembre 2010 è il mese che fa da contorno alla risalita, il mese delle big che cadono allo stadio Friuli. La prima a cadere e lasciare punti in Friuli è il Napoli di Walter Mazzarri, sotto la battente pioggia di quella domenica inizia lo spettacolo di Antonio di Natale, napoletano che stana gli Azzurri. Due settimane più tardi cadono anche i Viola della Fiorentina, che pur con Santana l'aveva sbloccata prima però delle reti di Armero e del solito Di Natale. Prima della pausa natalizia l'Udinese vola alla Scala del Calcio, ad attenderli il Milan. Di Natale e Sanchez fanno, Pato e Benatia disfano mentre Ibrahimovic impatta all'ultimo secondo. Il risultato è 4-4, per una delle partite storiche della moderna Serie A.

La seconda parte di stagione riparte con gli stessi presupposti della prima, a Genova contro il Genoa e 2-4 con i soliti protagonisti. Il 23 gennaio allo stadio Friuli arrivano i campioni d'Italia e d'Europa in carica dell'Inter, Stankovic mette paura siglando il vantaggio, Sanchez e Di Natale aggiustano le cose, Domizzi mette il lucchetto alla sfida. L'Udinese vince e il Friuli impazzisce, l'Aquila torna a volare alta. E non si ferma nemmeno una settimana più tardi quando a cadere è la Juventus, sotto la neve e il gelo dell'OIimpico è una sforbiciata da applausi di Di Natale a piegare la Vecchia Signora. Il 27 febbraio l'Udinese affronta l'altra sorpresa della stagione, il Palermo. Chi vince piomba in zona Champions League e si candida a dare lotta serrata fino alla fine, la sfida da non sbagliare.

L'Udinese non la sbaglia annichilendo i Siciliani, 0-7 con tripletta di Di Natale e poker di Sanchez.

Il rush finale e la festa

L'entusiasmo dura poco, la macchina perfetta della banda Guidolin sembra fermarsi proprio a pochi passi dall'imponderabile. Arrivano 5 sconfitte di seguito, l'ultima della serie pesantissima per 5-2 contro la Fiorentina. Per la Champions resta un posto, quello che permette di accedervi attraverso i preliminari, il 4°. 180 minuti contro Chievo e Milan già scudettato e almeno 4 punti da conquistare per la matematica. A Verona bastano i guizzi di Isla e Asamoah, contro i neo-campioni d'Italia risultato a reti bianche, la festa può partire.