Il 21 luglio 1927 sul circuito tedesco del Nurburgring si corse il campionato del mondo di Ciclismo su strada, 182 km. Fu in particolare la prima edizione in cui i corridori vennero divisi nelle categorie professionisti e dilettanti, che tuttavia presero parte alla stessa gara. E fra i professionisti fu una tripletta per l'Italia: Alfredo Binda, Costante Girardengo e Domenico Piemontesi arrivarono infatti sui primi tre gradini del podio, aggiudicandosi rispettivamente oro, argento e bronzo.

La gara

La gara del mondiale fu corsa il 21 luglio sul circuito motoristico del Nürburgring dove si presentarono 55 corridori.

Durante il sesto giro attaccò l'italiano Costante Girardengo e fu seguito solo da altri quattro ciclisti, i connazionali Alfredo Binda e Domenico Piemontesi, il francese René Brossy e il tedesco Rudolf Wolke. Alla tornata successiva fu Binda ad attaccare e staccare gli avversari, giungendo primo e solo sul traguardo.

Dietro di lui arrivò Girardengo con 7 minuti e 16 secondi di ritardo, terzo invece l'altro azzurro Piemontesi, con un distacco di 10 minuti e 51 secondi dal vincitore.

Alfredo Binda, aneddoti e curiosità sul gigante delle montagne

Alfredo Binda era il decimo di quattordici figli, nato a Cittiglio, piccolo comune del varesotto, da un imprenditore edile. Dopo la prima guerra mondiale si trasferisce a Nizza col fratello maggiore, dove inizia a lavorare come manovale.

Proprio in terra francese dà il via alla sua carriera di ciclista. Soprannominato "il gigante delle montagne" per la forza e il coraggio con i quali affronta le salite, Binda già in Francia fa parlare di sé.

Poi approda nella squadra del Legnano, vincendo numerosi titoli e strappando molti record, poi raggiunti solo da altre due leggende del ciclismo degli anni successivi: Fausto Coppi e Eddy Merckx.

Nel 1930 succede un fatto che di sportivo ha ben poco. Si corre il Giro d'Italia e Binda sarebbe uno dei super favoriti al titolo, ma succede qualcosa che rimane nella storia del ciclismo: il campione viene pagato dagli organizzatori per non parteciparvi, dopo aver vinto le tre edizioni precedenti. L'esclusione di Binda dal Giro d'Italia sotto compenso viene giustificata dal fatto che il ciclismo sta perdendo popolarità a causa delle eccessive vittorie di quest'ultimo, i tifosi sarebbero stati annoiati da uno sport che iniziava a non regalare più emozioni e gli avversari sarebbero stati avviliti e scoraggiati.

Il compenso viene pattuito nella cifra esatta che avrebbe vinto il primo classificato, ossia 22.500 lire. Binda accetta il compromesso, ma ad una condizione: avrebbe continuato a correre in tutti i velodromi. I direttori sportivi sono in disaccordo, poiché vedono i tifosi andare via dalla strada per seguire il campione nei vari velodromi, ma alla fine non possono fare altro che arrendersi.

Comunque negli anni successivi Binda tornerà ancora al Giro d'Italia, vincendo peraltro l'edizione del 1933.