Tiziana Capocaccia è nata nel 1977 a Roma. E'diventata, in ordine cronologico: psicologa, scrittrice, mamma. Autrice di alcunefiabe per bambini e del progetto "Favolazione" che si occupa di scrivere eraccontare favole per conoscere meglio se stessi e poter parlare di temidifficili. Favolazione fa parte di Movimento Psico-espressivo, associazionenascente che di occupa di benessere psicologico.

IlGattino Blu sarebbe dopo "Smogomorfo" e "Serpente Valente e Marino ilPappagallino" la tua terza favola/fiaba?

Ho scritto molte fiabe e favole,la maggior parte si trovano all'interno di raccolte di più autori, mentre solotre, di cui ultima nata è "Gattino Blu" sono state pubblicate, questa volta comeebook, singolarmente.

Sono stata contentissima di collaborare con l'illustratrice freelance AdrianaIannucci.

Come mai hai deciso di parlare di unadisabilità grave come l'autismo attraverso una favola?

Le favole sono unavia maestra per parlare di temi difficili. La distanza di sicurezza emotivagenerata dalla metafora permette di dire tutto quello che non è possibile direaltrimenti. Attraverso l'uso della favola, scritta, narrata, reinventata, sipuò raccontare anche un argomento molto difficile come la disabilità usando unlinguaggio delicato che anche i più piccoli possono comprendere. L'autismo èlegato ad alcuni anni della mia vita, durante i quali ho lavorato con bambiniautistici. Quei bambini avevano uno speciale modo di vedere il mondo, non erafacile entrarci in contatto, lavorare sulla relazione, che è proprio uno degliaspetti più difficili di questa condizione.

La favola parla di una famiglia di gattini e di un protagonista, il gattino "Blu" che vede e vive il mondo in modo differente da tutti gli altri.

Faiparte di un'associazione culturale che si chiama Movimento Psicoespressivo, dicosa si occupa?

Con le parole "Movimento psico-espressivo" si fa riferimentoad ogni atto umano, come camminare, scrivere, cucinare, vestirsi, sorridereetc., ciascuna azione si caratterizza in base alle peculiarità neuropsicologichedi chi la compie.

Ad esempio, ci saranno persone più calme, altre più attive,alcuni individui più goffi, altri più armoniosi, e molto altro, il tutto sirispecchia in ogni singolo gesto di una persona. Iniziare a prendereconsapevolezza di questo concetto, apparentemente ovvio, pone le basi per unabuona consapevolezza di sé e conoscenza delle persone che ci circondano.Un'area importante di consapevolezza è quella emotiva.

L'associazione sipropone di divulgare una cultura della consapevolezza personale, attraverso lacomprensione del proprio movimento psico-espressivo, al fine di promuovere unmiglioramento del benessere delle persone. Ci sono altre favole per parlare dihandicap, ma credo che non ce ne siano moltissime sull'autismo nello specifico.Con Adriana vogliamo portare, ciascuna nella sua città, la favola nelle scuolee usarla per parlare di autismo ai bambini. È questo il motivo per cui è statascritta. Avvicinare i bambini al mondo dell'autismo e, magari, riuscire acapire di più quel loro compagno di classe speciale.