Il presidente russo Putin gioca la carta del gas, il suo asso nella manica per la partita in corso in Ucraina tra Russia, Europa e Stati Uniti: se l'UE non aiuterà Kiev nel pagare il debito verso Mosca per le forniture di gas, sono a rischio anche quelle verso gli stati europei come nella "crisi del gas" del 2009.

Vladimir Putin con una comunicazione ufficiale ai leader europei infatti pone l'attenzione sulla situazione del debito ucraino con Gazprom per i mancati pagamenti del gas. Di fatto la Russia dice all'Unione Europea che i 2,2 miliardi di euro che l'Ucraina deve a Mosca per il gas devono essere pagati e se Kiev non ha i soldi allora spetta anche all'UE contribuire, visto che il paese è stato portato in orbita euro ed ha firmato accordi con Bruxelles, altrimenti lo scotto da pagare potrebbe essere alto: l'interruzione delle forniture di gas, vitali per l'industria di paesi europei come Germania e Italia.

Come detto nell'approfondimento Crisi Ucraina-Russia, il ruolo del gas nello scontro mondiale tra le potenze, l'importanza di questa fonte energetica è altissima per tutti gli attori sul palcoscenico di questa crisi geopolitica ed economica dai risvolti storici e potenzialmente catastrofici, dunque è naturale che "finalmente" Putin espliciti il rischio per l'Europa di appoggiare gli Stati Uniti in questo accerchiamento a Mosca, che ha nell'Ucraina un elemento fondamentale.

Se gli Stati Uniti e la Nato spingono sull'acceleratore della crisi da un punto di vista militare (non è che comunque Mosca stia a guardare: cfr la news Ucraina, Russia e Nato: rischio guerra, la crisi continua), la Russia usa il gas come arma principale, visto che oltre a queste ultime minacce non troppo velate bisogna ricordare che ha aumentato il prezzo del metano che vende all'Ucraina da 268 a quasi 485 dollari per mille metri cubi, cosa che ha spinto il governo di Kiev a stoppare lo stoccaggio per non dover pagare un prezzo che non si può permettere.