L'obbligo del Pos (Point of Sale) scatterà il prossimo 30 giugno per i commercianti e per i liberi professionisti per ricevere i pagamenti superiori ai 30 euro con carte di credito, Postepay, bancomat e carte revolving. Ma la novità sta creando non poche difficoltà e notevoli dubbi, soprattutto per gli Ordini di professionisti, in primo luogo per i consulenti del lavoro che si stanno esprimendo negativamente sull'adozione della disciplina per i pagamenti tramite Pos.

Per i professionisti, infatti, tale obbligo introduce adempimenti a proprio danno, incrementando i costi per gli studi professionali a vantaggio delle banche e degli istituti di credito e delle compagnie telefoniche.

Infatti, un recente calcolo fatto dalla Fondazione Studi dei consulenti del lavoro ha stabilito che tra installazione e commissioni, i professionisti pagheranno in commissioni all'incirca il 17,2% del loro fatturato.

Pos obbligatorio, ecco l'elenco delle spese a carico dei professionisti

Vediamo allora quanto spenderebbero i professionisti per l'installazione del Pos per la propria attività. Il collegamento del Pos ha un costo di 10 euro mensili per il Pos standard, mentre arriva a costare fino a 28 euro mensili per quelli collegati al cellulare. A questo costo va aggiunta la chiamata, ovvero 20 centesimi per ogni operazione. La commissione si attesta invece sul 2% dell'importo della transazione.

La Fondazione fa l'esempio di un caso concreto di un professionista che incassa 1.000 euro all'anno, frutto, di 25 operazioni da 40 euro ciascuna. Il costo sarebbe di ben 172 euro installando un Pos tradizionale, così suddivisi: 5 euro per il costo della chiamata (25 operazioni per 20 centesimi); 132 euro il costo dei canoni mensili ai quali vanno aggiunti altri 35 euro di spese bancarie. In tal caso le banche guadagnerebbero il 17,2% sulle attività professionali per adempiere alla previsione di legge.