Il presidente della BCE, Mario Draghi, ha fatto notare che l'economia dell'Unione presenta un trend molto disomogeneo e tendente al ribasso. Le ragioni principali sono da ricercarsi nelle tensioni di natura geopolitica e nel rapido sviluppo delle economie emergenti, sia dal punto di vista commerciale che finanziario. Queste economie sono in grado di influire negativamente sulla domanda di beni prodotti dall'eurozona, andando ad incidere anche sui prezzi delle materie prime. Draghi ha osservato che il problema di fondo, soprattutto della situazione italiana, sono gli scarsi investimenti privati, dovuti alla mancanza di riforme chiare e trasparenti.

Renzi in linea con Draghi

Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, si è dimostrato favorevole a quanto affermato dal presidente della BCE, Draghi, sostenendo l'importanza di avviare riforme al fine di rendere l'Italia più competitiva e favorire gli investimenti privati sia a livello nazionale che internazionale. Renzi ha ribadito che l'Italia non è ancora uscita dalla recessione e quindi occorrono altri tagli alla spesa pubblica: il nostro paese a necessita di 16 miliardi di euro entro il 2015, per restare sotto il deficit pubblico del 3% del Pil (Patto di Stabilità e di Crescita, 1997). Sebbene la Bce abbia voluto, finora, lasciare il costo del denaro allo 0,15%, sui prestiti marginali allo0,40% e sui depositi al -0,10%, la situazione non è rosea: la principale istituzionecreditizia comunitaria potrebbe esserecostretta a ricorrere a misure non convenzionali (si tratta di uno strumento dipolitica monetaria mediante il quale la BCE cerca di influire sui prezzi dell’interaeurozona, intervenendo sui tassi di interesse) compreso il quantitative easing (alleggerimentoquantitativo – si tratta dell’acquisto da parte della BCE di denaro e/o attività finanziarie -titoli,azioni ecc.

-in quantità stabilita e annunciata, dalle banche, producendoeffetti positivi sui bilanci degli istituti creditizi).

L’obiettivo dell’adozionedi misure di politica economica non convenzionale sarebbe quello di riportareil livello dell’inflazione al 2%.