Da alcuni giorni è all'esame della Camera dei deputati il testo del Jobs Act, il cui voto definitivo arriverà entro una settimana: un procedimento molto celere che darà modo di rivedere la riforma del lavoro entro il 9 dicembre 2014 affinché le nuove norme possano entrare in vigore dal 2015. Oltre alla riformulazione dell'art. 18, sarà rivista anche l'Aspi attraverso un decreto attuativo che mira ad estendere questo ammortizzatore sociale anche a coloro che perdono l'occupazione, senza possibilità di reintegrazione in azienda.

Fino ad oggi, le indennità previste in caso di licenziamento del lavoratore sono l'Aspi e la mini-Aspi, trattamenti economici introdotti dall'art.

2 della Legge 92/2012 (c.d. legge Fornero); ora, invece, con la riforma del Jobs Act, che sarà approvato entro il 9 dicembre, entrambe saranno sostituite da un unico ammortizzatore sociale. Quanto alla durata dell'indennità, la stessa potrebbe essere prevista in modo proporzionale al periodo contributivo maturato dal lavoratore. Pertanto, chi ha lavorato per molti anni, percepirà il sussidio economico per più tempo.

Un'altra novità significativa riguarda la legittimazione a richiedere il trattamento economico: il nuovo ammortizzatore sociale che andrà a sostituire Aspi e mini-Aspi, sarà previsto anche per chi ha stipulato contratti precari, vale a dire co.pro e co.co.co.

Per ciò che concerne la disciplina dei licenziamenti, invece, appare ormai definitiva quella attuale che cancella il reintegro del lavoratore nel caso in cui il giudice ritenga illegittimo il licenziamento, con la previsione di un indennizzo certo crescente corrisposto dal datore di lavoro.

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Infine, vanno segnalate altre importanti novità introdotte dall'attuale Governo, ed in particolar modo la procedura della negoziazione assistita appena entrata in vigore con n il D.L.

n. 132/2014, convertito in Legge n. 162/2014, e destinata a sottrarre alla giurisdizione civile molte controversie, come quelle relative al risarcimento del danno derivante dalla circolazione dei veicoli, nonché in materia di famiglia, come separazione e divorzio, che potranno essere risolti mediante accordi stipulati soltanto dinanzi agli avvocati senza ricorrere ai giudici.