Qualche notizia finalmente positiva giunge dall'analisi effettuata dal centro studi di Confindustria, la quale in pratica afferma che l'Italia inizierà ad uscire dalla recessione nel corso del primo trimestre del 2015. Tuttavia, sempre secondo la stessa Confindustria, per vedere invece una sensibile riduzione della disoccupazione, a quanto pare si dovrà aspettare fino almeno al 2016.

Sono questi i dati più salienti che emergono dal centro studi della confederazione degli industriali che sottolinea anche che il 2014 si chiuderà purtroppo per l'Italia con un calo del Pil pari allo 0,5%.

Pil che invece dovrebbe tornare a crescere, almeno così ci si augura, nel 2015 in misura pari allo 0,5% e poi nel 2016 fino al +1,1%.

Nel frattempo però dal 2007 ad oggi il Pil pro capite reale, a seguito della crisi economica, è diminuito del 12,3%, pari a 3700 euro a testa, tornando a livelli simili a quelli del lontano 1997. Questa situazione ha portato ovviamente ad una contrazione dei consumi da parte delle famiglie italiane che danneggia seriamente le imprese italiane e che unita al problema della corruzione che in Italia è molto forte rappresenta un vero e proprio guaio per l'economia nazionale.

Preoccupa molto la disoccupazione che anche nel 2015 dovrebbe rimanere più o meno ai livelli del 2014, mentre nel 2016 dovrebbe scendere un poco attestandosi intorno al 12,6%.

A far speare gli industriali su una pronta ripresa nel 2015 vi è anche il crollo del prezzo del petrolio che per l'Italia significa un guadano di 14 miliardi all'anno. Infatti secondo la confederazione degli industriali il calo del greggio significa uno spostamento di ricchezza e reddito da pochi produttori a una vastissima platea di consumatori.

Infine per quanto concerne la questione relativa ai conti pubblici, il centro studi ritiene che il deficit pubblico si attesterà al 3% nel 2014 per poi calare dapprima al 2,7% il prossimo anno e poi fino al 2,5% nel 2016, mentre il debito salirà al 132,2% per questo fine 2014 e fino al 133,8% nel 2015.