Se non è uno scoop poco ci manca. Ieri, 11 luglio, su diversi quotidiani a tiratura nazionale è apparsa la notizia secondo la quale Renzi sta pensando di togliere la TASI. Saranno sicuramente le percentuali di calo dei consensi, almeno statisticamente, oppure sarà che gli sta tornando un po' di buon senso, ma Renzi sembra davvero voler abolire quella che è la tassa più odiata dai cittadini italiani.

Breve storia della tassa sulla casa

Una volta c'era l'ICI, Imposta Comunale sugli Immobili. Gravava su qualsiasi immobile di proprietà sito sul territorio italiano.

Era pagata ai comuni dove gli immobili erano situati che provvedevano a stabilire alcune detrazioni sulla casa di abitazione in modo tale da tutelare il tetto sotto il quale vivevano gli italiani. È di Berlusconi il copyright della sua abolizione. Infatti il Cavaliere ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia storici e per qualche anno ha di fatto esentato gli italiani dal pagamento della tassa sull'abitazione principale. La sua reintroduzione, contestata e subita da tutti i cittadini, è del Governo Monti che di fatto ne ha cambiato solo il nome. Prima era inglobata nell'IMU e poi è diventata TASI ed è stata ripresentata facendola passare per un contributo che serve per i servizi che offre il comune ai suoi residenti ma che di fatto ha lo scopo di recuperare soldi per sanare il debito pubblico.

Ma davvero Renzi pensa di abolirla?

Il condizionale è d'obbligo, i conti dello Stato sono sempre in rosso soprattutto dopo le sentenze della Corte Costituzionale e quindi nulla è certo. Inoltre c'è da fare i conti con le direttive di Bruxelles che chiedono ancora austerità, patti di stabilità e conti in ordine.

Perché allora questa idea

Abbiamo detto già in apertura come Renzi stia perdendo popolarità, che le statistiche che lo hanno di fatto portato sullo scranno più alto del Governo, adesso piangono. Gli Italiani non sono certo contenti del suo Governo e questo sicuramente è un motivo che potrebbe spingerlo ad adottare un provvedimento che sicuramente lo farebbe tornare in alto come indice di gradimento.

Può darsi anche che lui e le alte cariche del suo Governo, si siano accorti del grossolano errore fatto tassando gli immobili. Per qualche milione di euro recuperati con il gettito della TASI, c'è ne sono molti di più persi a causa della tassa stessa. Basti pensare alla svalutazione della casa, al fatto che le compravendite di immobili siano in calo, che le nuove costruzioni latitano e così via. Non ci vuole un cervello geniale per capire che se non si vende una casa, al Governo resta solo l'incasso della TASI. Perde di fatto le tasse sulla intermediazione immobiliare, l'imposta di registro sulle compravendite, le imposte sugli atti notarili. Le mancate costruzioni di nuove case porta un minor gettito di Irpef da parte degli operai edili ed minor IRAP delle Imprese.

Per non parlare dell'indotto che si creerebbe in un mercato immobiliare attivo, come per esempio imprese di mobili ed elettrodomestici e via dicendo.

Ma è fattibile?

Difficile ma fattibile, le strada è ardua ma potrebbero esserci due soluzioni. La prima è di farla pagare in base al reddito del nucleo familiare, cioè scaglionandola e distinguendola in fasce in modo tale da tutelare i più bisognosi, oppure eliminandola del tutto. In quest'ultimo caso, popolarità garantita ma sicuramente aumenterebbero altri balzelli e finirebbe come sempre, con una mano si dà e con l'altra si toglie e magari anche di più.