La sentenza della Corte Costituzionale che in questi giorni ha bocciato un’altra norma voluta dal Governo Monti, quella sullo stop al cambio tra lire ed euro sta interessando in maniera massiccia l’opinione pubblica. Molti sono gli italiano che hanno ancora nella propria casa le vecchie e care lire e che adesso potrebbero di nuovo essere convertibili in euro. Usiamo il condizionale perché in queste ultime ore la Banca di Italia ha comunicato di aver messo in stand-by tutta la situazione. Vediamo adesso che scenari ci aspettano sulla vicenda che rischia di alzare un nuovo polverone.

Bankitalia vuole prima vederci chiaro

La storia è relativa alla chiusura, anticipata di circa tre mesi, degli sportelli della prima banca italiana che impedirono a molti italiani di cambiare le vecchie lire in euro. Si tratta di una norma del Governo Monti che prese questa decisione nel novembre 2011 anticipando la scadenza per la conversione tra la vecchia moneta e la nuova. La Corte Costituzionale ha sancito l’incostituzionalità di quella norma che non ha più permesso a molti cittadini, di liberarsi delle vecchie lire. Il controvalore del non convertito è finito nelle casse dell’erario che così ha coperto qualche falla che aveva in quegli anni di grave crisi La Banca d’Italia ha fatto sapere che non è ben chiaro cosa la Consulta abbia sancito.

Sicuramente non ha cancellato la norma che prevedeva i versamenti all’erario di tutto l’ammontare delle lire non cambiate. Saranno necessari approfondimenti molto attenti per valutare bene il da farsi e tutte le richieste di cambio che perverranno dovranno attendere ancora per poter essere esaudite.

Come finirà la vicenda?

Agli italiani sembra sempre una storia già vista, come per le pensioni ed i contratti degli statali.

La Consulta che boccia un provvedimento del Governo Monti e chi dovrebbe recepire la sentenza che cerca il modo meno gravoso per darvi ascolto. Adesso bisogna capire se le lire che arriveranno alla Banca d’Italia che erogherà il controvalore ai clienti, saranno rimborsate all’Istituto di credito dallo Stato che le ha incamerate nel 2012.

Secondo le voci che circolano e fuoriescono dalla Banca d’Italia, si valuta la riapertura di tre mesi degli sportelli adibiti al cambio oppure si potrebbe sostituire le lire in euro solo per coloro che possano in qualche modo dimostrare che non le hanno potute cambiare per via della chiusura anticipata. Come fare ancora nessuno lo sa e sembra difficile che la seconda ipotesi sia fattibile. Vedremo nei prossimi giorni come si evolverà la situazione visto che come hanno detto i vertici della Banca d’Italia, la Corte Costituzionale ha bocciato una norma ma non ha detto che soluzione trovare. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo, sembra di rivivere le sentenze per i pensionati e per gli statali a cui la Fornero bloccò i contratti e per i quali il Governo ha cercato la via migliore per evitare di cacciare una marea di soldi.