C’è una nuova speranza per i pensionati a cui la Fornero bloccò la perequazione della pensione, cioè ne bloccò gli aumenti annuali previsti in caso di aumento del costo della vita. Un nuovo ricorso presentato presso un tribunale di Palermo da parte di un pensionato, ha avuto esito positivo. Stavolta sotto attacco è finito il Bonus Poletti, la soluzione trovata dal Governo Renzi per adeguarsi alla sentenza della Consulta che bocciò il blocco previsto dalla Fornero.Ecco le news suquello che rischia di diventare un nuovo terremoto per il Governo.

Dal blocco Forneroal Bonus Poletti

Il Decreto Salva Italia del Governo Monti per via della crisi e dello “Spread” schizzato alle stelle, congelò le Pensioni di importo pari o superiore a tre volte il minimo per il biennio 2012 e 2013. La Consulta, nell’aprile del 2015 con la sentenza n° 70 dichiarò il blocco incostituzionale eordinò di provvedere allo sblocco delle pensioni ed a risarcire i pensionati vittime di quella Legge. Il Governo, autorizzò l’adeguamento delle pensioni a partire dal 2016 edil rimborso di una parte del maltoltocon i rimborsi una tantum di agosto del Bonus Poletti. Quindi, i pensionati con assegni compresi tra tre e sei volte il minimo, cioè tra 1.505,67 e 3.011,34 euro lordi al mese, hanno ricevuto prima un rimborso tra € 200 ed € 800 ad agosto 2015, e poi, a gennaio si sono viste aumentare le pensioni.

Non ci possono essere dubbi che questi aumenti derivano dalla sentenza della Corte Costituzionale perché per via dell’inflazione che non è aumentata nel 2015, nessun aumento per la perequazione è stato previsto per la generalità delle pensioni. Addirittura, si temeva che gli importi 2016 sarebbero stati inferiori al 2015 con un conguaglio a favore dello Stato che avrebbero dovuto restituire i pensionati a cui erano stati aumentati gli assegni per via dell’inflazione presunta e poi disattesa.

La Legge di Stabilità ha rinviato questo ipotetico rimborso dovuto dai pensionati al 2017 e quindi le pensioni sono rimaste inalterate rispetto al 2015, tutte tranne queste di cui trattiamo oggi.Ma il Governo, ha operato per bene sulla vicenda? Secondo il Tribunale di Palermo no in quanto il decreto 65/2015 non ha soddisfatto in pieno le volontà della sentenza 70 della Consulta.

Altro problema di incostituzionalità?

Adesso, a finire sotto la lente di ingrandimento della Consulta, sarà proprio il rimborso una tantum di agosto. Infatti, il Tribunale di Palermo chiede alla Corte Costituzionale di esprimere un parere sulla presunta incostituzionalità di un provvedimento che ha si previsto rimborsi ai pensionati, ma non per tutti e non in toto.Infatti, dai rimborsi e dallo sblocco, sono stati esclusi i pensionati con assegni più alti di quelli pari a sei volte il minimo, nonostante anche loro fossero vittime del blocco. La Corte adesso deve stabilire se il Bonus Polettisia stato o meno in linea con quanto prevede la nostra Carta Costituzionale. Difficile fare previsioni, ma un provvedimento che non ha recepito in tutto la prima sentenza della Consulta e che ha previsto rimborsi solo per una parte delle vittime e solo per una parte di quanto, incostituzionalmente, tolto ai pensionati, sicuramente potrebbe venire nuovamente bocciato dalla Consulta.

In un momento dove le finanze statali sono scarse e con una riforma delle pensioni da apparecchiare, con le clausole di salvaguardia solo rinviate, il rischio che si inceppi di nuovo il meccanismo riformatore del Governo è molto alto.