1 milione e 582 mila di famiglie e 4 milioni e 598 mila di persone vivono in condizione di povertà assoluta. È il dato più alto dal 2005. Questo significa che quasi un residente ogni 10, vive in condizioni di povertà. I dati sono contenuti nel rapporto sulla povertà in Italia relativa al 2015, pubblicato questa mattina.

In aumento al Nord, in particolare per gli stranieri, la povertà colpisce chi vive in città, gli anziani e i bassi redditi. Secondo l’Istituto di statistica l’andamento si deve principalmente all’aumento della condizione di povertà assoluta tra le famiglie con 4 componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5%), soprattutto coppie con 2 figli (da 5,9 a 8,6%).

Le famiglie numerose

Nel 2015 1 milione 582 mila famiglie (il 6,1% delle famiglie residenti) risulta in condizione di povertà assoluta in Italia, per un totale di 4 milioni e 598 mila individui (7,6% dell’intera popolazione), il valore più alto dal 2005. Nel lungo periodo la crescita della povertà assoluta è ancora una volta più marcata tra le famiglie con quattro componenti -da 2,2 del 2005 a 9,5% del 2015- e tra quelle di cinque componenti e oltre (da 6,3 a17,2%).

Alla luce di questi andamenti, la composizione media delle famiglie in povertà assoluta è ormai prossima a tre componenti (era poco più di due nel 2005).

Nord e Sud

La povertà aumenta soprattutto al Nord, toccando il 5% delle famiglie (nel 2014 erano il 4,2 %) e il 6,7% degli abitanti (nel 2014 erano il 5,7).

Secondo l’Istituto di ricerca questo si deve all’aumento delle famiglie di soli stranieri, che nel 2015 sono il 32,1%, otto punti percentuali in più rispetto al 2014. Segnali di peggioramento si registrano anche tra le famiglie che risiedono nei comuni centro di area metropolitana (l'incidenza aumenta da 5,3 del 2014 a 7,2%) e tra quelle con persona di riferimento tra i 45 e i 54 anni di età (da 6,0 a 7,5%).

È il Mezzogiorno registrare i valori più elevati di povertà assoluta (9,1% di famiglie, 10,0% di persone) e il Centro quelli più bassi (4,2% di famiglie,5,6% di persone).

Reddito ed istruzione

La povertà assoluta colpisce in misura marginale le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro o impiegato(l’incidenza è inferiore al 2,0%), sale all’11,7% tra le famiglie di operai (9,7% nel 2014),raggiunge il valore massimo tra quelle con persona i riferimento in cerca di occupazione (19,8%), mentre si mantiene decisamente al di sotto della media tra le famiglie di ritirati dal lavoro (3,8%)

Minori

1 milione 131 mila sono minori (10,9%).

Questo significa che un minore su dieci nel 2015 si trova in povertà assoluta (3,9% nel 2005). Cresce anche il numero di bambini e adolescenti che che vivono in condizioni di povertà relativa, che arriva a 2 milioni e 110 mila. 1 milione 13 mila hanno, invece, un’età compresa tra 18 e 34 anni (9,9%) e 538 mila sono anziani (4,1%)

Reazioni

Immediate lereazioni da parte di associazioni e politici. Il presidente dell'Inps, Tito Boeri definisce questi dati “preoccupanti” e sottolinea che in Italia fino ad ora sono state prese misure di contrasto alla povertà “parziali e limitate”. Secondo Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children: “Il Piano Nazionale per l'Infanzia, all'interno del quale era previsto un piano di contrasto alla povertà minorile, è fermo al Consiglio dei Ministri ed è necessario che sia sbloccato subito per dare avvio ad un intervento organico".

“Come al solito l'esecutivo tratta con Bruxelles per trovare i fondi con cui salvare le banche ma non si preoccupa di reperire risorse adeguate per aiutare quei 12,9 milioni di poveri che l'Istat ha certificato nel 2015", tuonano i deputati di Alternativa Libera.