Per i farmacistilaziali è stata indubbiamente la notizia estiva: la preoccupazione della Regione Lazio, espressa personalmente dal presidente Nicola zingaretti, su un possibile ingresso di capitali illeciti nelle farmacie di nuova istituzione,autorizzazione all'apertura arrivata finalmente in dirittura di arrivo. Per questo la Regione aveva coinvolto l’antimafia per effettuare tutte le verifiche del caso, bloccando di fatto l’assegnazione delle nuove farmacie. Del tutto prevedibili le proteste dei farmacisti vincitori di concorso che da quasi 5 anni attendevano di poter iniziare la loro attività imprenditoriale oltre che professionale.

Di quelprovvedimento della Regione ora è arrivata la bocciatura della Prefettura.

Un conflitto di competenze

Tutta inizia con il decreto Cresci-Italia del 2011, del governo Monti, convertito in legge nel marzo 2012. Perplessità sul capitolo "istituzioni nuove sedi farmaceutiche" erano state sollevate dai farmacisti, sin dalle prime fasi del provvedimento. In effetti, di contenziosi in questi anni ce ne sono stati tantissimi, ovunque e per vari motivi, come abbiamo descritto in precedenza su queste stesse pagine. La Regione Lazio, con il suo presidente, Nicola Zingaretti, agli inizi di agosto aveva bloccato l’apertura delle 274 nuove sedi farmaceutiche, in attesa del disco verde da parte dell'antimafia.

Ifarmacisti, risultati vincitori delle nuove sedi si vedevano, ancora una volta, anteporre un cavillo burocratico alle loro legittime aspettative. Ora la Prefettura chiarisce che le finalità istituzionali della Regione sono limitate alla formazione di una graduatoria per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche. Vincerlo quindi non dà automaticamente titolo all’esercizio dell’attività, che è conferito tramite autorizzazione comunale.

Quindi i farmacisti avevano ragione nel sostenere che il blocco deciso dalla Regione era evitabile. Spetta ai Comuni dare l’autorizzazione all’esercizio dell’attività. Solo successivamente potranno essere attivate le verifiche antimafia. Un articolo su Sanità24 de Il Sole24, del 7 settembre, ricostruisce quest’ultimo atto della querelle Farmacia made-in-Italy. L’articolo precisa anche che nel novero degli adempimenti necessari all’ottenimento dell’autorizzazione per l’apertura di una farmacia, uno riguarda proprio il possesso del certificato antimafia da parte del titolare.”

Dubbi e sospetti

Il Presidente Zingaretti vanta un consolidato rapporto di stima e fiducia con la categoria dei farmacisti, e specificamente con Federfarma Roma, dove ogni mese firma un suo articolo sulla rivista distribuita al pubblico nelle farmacie della provincia.

Eppure i “maligni”dietro l’iniziativa della Regione Lazio ci vedono altre motivazioni, ovveroun modo per guadagnare tempo in attesa della sentenza del Consiglio di Stato in ordine al contenzioso contro la sentenza del Tar di Latina n. 548/2013. Sentenza che dovrebbe essere pronunciata il 20 ottobre e pubblicata entro novembre. Ma i farmacisti vincitori di concorso segnalano anche un’altra coincidenza, il passaggio finale al Senato del Ddl concorrenza. Provvedimento fortemente osteggiato dai titolari di farmacia, in quanto prevede una novità assoluta in questo settore: l’apertura alle società di capitale della proprietà delle farmacie. E’ lo stesso Emilio Croce, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Roma, ad essere perplesso.

A fronte di una formale richiesta di chiarimenti, inviata dall’Ordine all’attenzione del Presidente Zingaretti, finora l’unico riscontro l’ha dovuto leggere nell’articolo del Sole24Ore. Dalla Regione ancora nessun segnale.