Il passaggio al mercato libero dell'energia, fissato a giugno 2018, non ci sarà. Il Governo ha deciso, come riporta il Fatto Quotidiano, nell'ultima riunione di maggioranza, di far slittare il passaggio e quindi di far durare il mercato tutelato fino a giugno 2019. Questo, sia per ragioni di carattere squisitamente politico, dopo gli scontri avvenuti sul tema del ddl Concorrenza, all'interno del quale è contenuta la modifica, sia per dare una risposta alle molte sollecitazioni arrivate dalle varie associazioni dei consumatori.

La stessa autorità per l'energia, come davamo conto in un precedente articolo, aveva posto l'accento su un possibile rincaro dell'ordine del 20% sulle bollette a causa della difficoltà per il consumatore italiano di districarsi tra le varie tariffe e offerte.

La decisione voluta per evitare eccessivi rincari

Come ha fatto notare la capogruppo Mdp in Senato Maria Cecilia Guerra, citata dal Fatto Quotidiano "La nostra preoccupazione principale è quella di evitare che il superamento del mercato tutelato comporti un aumento delle bollette", tanto che questa proposta era stata fortemente caldeggiata anche da Pierluigi Bersani.

La capogruppo Guerra ha anche aggiunto che il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda "si è impegnato a inserire nel prossimo provvedimento sulla concorrenza anche una norma che verifichi l'andamento del mercato".

Inoltre, per inciso, come riferisce Repubblica, la capogruppo Guerra avrebbe anche aggiunto che nel caso si verifichi il temuto aumento "il passaggio al mercato libero potrebbe anche essere sospeso".

Comunque, come fanno notare diversi addetti ai lavori, citati da Repubblica, nella fase di passaggio dei rincari sono inevitabili, in quanto i consumatori sono "costretti" ad effettuare il cambio, di conseguenza gli operatori non hanno interesse ad abbassare i prezzi. La concorrenza vera e propria, dicono, si avrà solo dopo che il passaggio si sarà completato, come nel caso della telefonia mobile.

La verità è che il nostro mercato è ancora estremamente concentrato, con Enel che detiene una quota attorno al 50% e poco informato o diffidente. Infatti il 68% dei consumatori, non ha ancora effettuato il passaggio.