Le quotazioni di Bitcoin hanno superato la soglia dei 9000 dollari e quota 10.000 è ormai dietro l'angolo: le previsioni sull'andamento del Bitcoin stanno dando ragione agli investitori e ai trader più ottimisti (o a chi ha già capito cosa sia davvero Bitcoin e il mondo delle criptovalute, dipende dai punti di vista). Dunque è lecito chiedersi come si muoveranno gli investitori istituzionali, soprattutto considerando che le borse mondiali non potranno mantenere all'infinito l'attuale "fase toro", la seconda più lunga della storia, e che le dichiarazioni come quelle della Banca Nazionale Svizzera che afferma di guardare con attenzione al mercato delle criptovalute stanno sfondando il muro di estrema diffidenza che le istituzioni finanziarie mondiali hanno fin'ora eretto.
Con Bitcoin a un nuovo massimo per la seconda settimana di fila, alcuni analisti hanno ipotizzato che gli investitori istituzionali potrebbero ampiamente cercare rifugio nella principale criptovaluta per sopravvivere a una crisi dei mercati azionari che taluni prevedono prossima a venire. La retorica prevalente nel corso dell'ultimo mese è stata più ottimista che in passato, con personaggi del calibro di Ronnie Moas e Max Keiser che prevedevano nuovi massimi nel 2018. Parlando a RT, l'analista di eToro (piattaforma di trading) Mikhail Mashchenko dice che le istituzioni finanziarie potrebbero guardare a Bitcoin se un importante crash finanziario colpisse i mercati globali: "La domanda di Bitcoin sta crescendo con il mercato delle criptovalute che diventa meno volatile, e un numero crescente di investitori professionali lo considera un'assicurazione".
Investimenti in Bitcoin per proteggersi dai prossimi crolli in Borsa
L'attuale "fase toro" dei mercati borsistici è la seconda più lunga della storia secondo le analisi di Fortune, durando da ben 104 mesi. La più lunga fase rialzista della storia è terminata nel 2000 dopo un'impressionante corsa di 113 mesi. Appare dunque naturale che molti operatori, sia su Wall Street che nelle altre borse mondiali, stiano tenendo nel cassetto piani di emergenza per l'inevitabile cambio di rotta del mercato azionario.
Se Mashchenko ha ragione, Bitcoin e le altre criptovalute avranno un ruolo chiave in alcuni di questi piani.
Le dichiarazioni del Mashchenko nascono dal cambiamento di mentalità nel settore finanziario tradizionale. La settimana scorsa JP Morgan Morgan Chase ha annunciato l'intenzione di offrire futures Bitcoin alla Chicago Mercantile Exchange: si tratta di una mossa importante da parte di uno dei maggiori fornitori di servizi bancari e finanziari in America.
Importante notare come questa scelta arrivi solo pochi mesi dopo che Jamie Dimon, il CEO di Chase, aveva bollato Bitcoin come truffa. Ricordiamo inoltre che è di pochi giorni fa l'annuncio che sta per essere lanciato sui mercati il primo fondo di investimento in Bitcoin europeo.
Le previsioni sull'andamento di Bitcoin restano dunque per una decisa fase di rialzo, anche se le motivazioni sono diverse a seconda di chi le propone. Infatti se i convinti sostenitori della "rivoluzione" delle criptovalute e dei sistemi di blockchain hanno un approccio più sistemico, analisti come Mashchenko vedono nella crescita di Bitcoin ancora elementi tipici di una bolla: "Possiamo anche vedere un Bitcoin a 10.000 dollari in un mese o giù di lì [quindi per fine dicembre]. Tuttavia, un tale aumento si baserà sulle emozioni e non su fattori fondamentali. Quindi, ritengo che un'ulteriore crescita della criptocurrency richiederà qualcosa di più dell'euforia".