Il Venezuela è in default per 200 milioni di dollari. Una cifra tutto sommato esigua se confrontata con l'ammontare complessivo del debito pubblico che il Paese ha accumulato negli anni, cioè all'incirca 150 miliardi di dollari. A dichiarare il nuovo stato di fatto è stata l'agenzia di rating Standard & Poor's, che ha confermato nella giornata di ieri il default selettivo per il mancato pagamento dell'ammontare. Una decisione che in realtà non appare come del tutto inaspettata, visto che i tecnici hanno atteso settimane prima di dare l'annuncio ufficiale.

Il nuovo rating del Venezuela passa a livello "D"

"Abbiamo abbassato il rating di due livelli a *D* e tagliato il rating a lungo termine a *SD* a default selettivo" ha commentato S&P, spiegando che la decisione è stata presa dopo una nuova riunione che ha avuto luogo nella città di Caracas, nella quale gli esponenti dell'esecutivo venezuelano non sono riusciti a raggiungere un accordo con le controparti. I creditori provengono principalmente dagli U.s.a. e dal Canada, mentre le obbligazioni fanno capo a due diversi emittenti. Si tratta rispettivamente della Repubblica del Venezuela (per 120 milioni di dollari) e della Petróleos de Venezuela, S.A. - conosciuta anche come PDVSA - (per 80 milioni di dollari).

Quest'ultima rappresenta anch'essa un'entità statale, poiché risulta la principale compagnia petrolifera pubblica del Venezuela.

Il quadro economico si incrocia con quello politico

La situazione della nazione venezuelana sembra quindi destinata a diventare ancora più complicata. Un difficile contesto economico si incrocia con la crisi politica e quella sociale, mentre la matassa diventa ogni giorno più difficile da sbrogliare.

Quello di Standard & Poor'S è infatti l'ennesimo atto di una situazione complicata, che si trascina da anni. Le Agenzie di rating hanno valutato ormai da molto tempo il rischio del Paese ad oltre 4mila punti, un livello superiore anche di 7-8 volte quello di nazioni con situazioni drammatiche, come nel caso dell'Ucraina. In questo quadro, bisognerà capire come evolverà la situazione del Paese latino americano, che esporta nel Nord America una parte importante della propria produzione di petrolio (un asset fondamentale per il sostentamento dell'economia).

L'eventuale embargo dei creditori potrebbe infatti comportare un ulteriore aggravamento della situazione, con risultati imprevedibili non solo a livello locale.

In Venezuela l'inflazione supera il 700% l'anno

Mentre a livello istituzionale gli interrogativi riguardano le future conseguenze di natura geopolitica del default, la popolazione deve affrontare difficoltà quotidiane crescenti e vedere il Pil del proprio Paese in continua caduta libera. Da anni l'economia locale soffre le conseguenze della crisi, mentre l'inflazione reale assume proporzioni difficili da quantificare, superando il 700% l'anno. Il tasso di crescita dei prezzi al consumo erode al passare di ogni minuto il potere d'acquisto della popolazione ed i beni di prima necessità scarseggiano o diventano di difficile reperibilità.

Il contrabbando ed il mercato nero sono diffusi e le persone si trovano a fare ore di fila per poter acquistare cibo e medicine. Una situazione che ha di fatto generato una vera e propria crisi umanitaria. L'aspettativa di vita è crollata e le famiglie colpite da malattie sono costrette ad impiegare cure meno efficaci o ad effettuare lunghi viaggi all'estero per potersi curare. Così, il nuovo default va purtroppo a colpire una popolazione già stremata da anni di difficoltà economiche e sociali.

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