La Svizzera famosa per la sua riservatezza nelle questioni finanziarie rinuncia a rafforzare ulteriormente le tutele a favore del Segreto bancario. Questo verrà mantenuto in tutto il suo vigore solo nei confronti dei clienti che mantengono la propria residenza nella Repubblica Elvetica. Questa è stata, infatti, la decisione finale del Parlamento svizzero. Ma cerchiamo di andare più a fondo alle ragioni che hanno portato ad una simile decisione che, per certi versi, può apparire contraria alla secolare reputazione svizzera.

Ritirata la richiesta di inserimento nella Costituzione

È stato proprio il principale promotore dell'introduzione del segreto bancario nella Costituzione elvetica, il partito Unione democratica di centro, che rappresenta la principale formazione di destra all'interno del Parlamento svizzero, a ritirarlo. Il motivo è abbastanza prosaico quanto semplice: i Cantoni svizzeri e, in particolare, le loro casse languono. Di conseguenza, le principali industrie elvetiche, cioè le grandi banche d'affari volevano evitare di inviare un segnale di irrigidimento dal punto di vista della trasparenza. Soprattutto nei confronti delle grandi organizzazioni internazionali che avevano spinto proprio in questa direzione.

Quali sono le conseguenze

Viene, quindi, preservato e mantenuto lo status quo. Di conseguenza, il Fisco svizzero non potrà spingere le sue indagini fin nel cuore delle banche a meno che non si tratti di casi di frode fiscale. Il Fisco potrà procedere nel perseguire solo il reato minore della sottrazione fiscale. E anche questo entro determinati limiti.

Cioè non potranno essere richieste informazioni più approfondite agli istituti di credito elvetici.

In soldoni, gli evasori fiscali con il passaporto svizzero potranno dormire sonni tranquilli. Non solo. Anche gli evasori fiscali stranieri, tra cui purtroppo molti nostri connazionali, che sottostanno alla sovranità fiscale elvetica potranno ora passare delle giornate molto più serene.

Tanto più se non hanno fatto in tempo a regolarizzare la loro posizione con la voluntary disclosure elvetica che, comunque, chiuderà i battenti definitivamente solo a settembre 2018. Intanto nella Costituzione svizzera continua ad essere tutelato il diritto alla privacy rafforzato dalla Convenzione sui diritti umani e da una puntuale legislazione sulla protezione dei dati.