Fortemente discusso negli ultimi tempi, è il dibattito che ruota attorno all'aspettativa di vita. Sembrerebbe che questa abbia subìto una variazione in positivo, dunque si vivrebbe più a lungo. Una buona notizia, se non fosse causa di un meccanismo innescatosi che vede il protrarsi anche dell'età pensionabile. Innegabile il conseguente disagio sociale. In occasione del 120° anniversario della fondazione dell'Istituto di Previdenza Sociale, nasce il progetto economico-scientifico che fissa l'obiettivo preciso di declinare il più possibile significativi aumenti di requisiti per l'ottenimento della pensione.

Il programma è presieduto da Giovanni Vecchi, economista di Roma Tor Vergata, coordinatore del progetto Historical Household Budget Projects, un progetto di ricerca internazionale che si occupa di bilanci familiari.

In occasione dei 120 anni dell'Inps, l'istituto ha deciso di offrire alla ricerca tutti gli archivi storici, un intero database di informazioni dal quale attingere, affinché la commissione scientifica possa tentare di rilevare quelle differenze significative, gli approcci differenti delineatisi nel tempo e, aspetto ancor più importante, comprendere le modalità e l'intensità con i quali quei fattori che hanno determinato la ricchezza e l'aspettativa di vita delle persone sono mutati.

Un enorme registro dove sono stati conservati tutti i dati riguardanti salari e contributi di una porzione di lavoratori appartenente a più di 100 anni di storia.

Il fattore ricchezza all'interno della società

A differenza di 40 anni fa, i livelli di benessere e ricchezza sono aumentati in maniera significativa. E ciò è accaduto nonostante i redditi pro-capite siano rimasti ad un livello quasi atavico rispetto al tenore di vita moderno.

A definire meglio il quadro del fattore ricchezza concorre un sottile dettaglio: la ricchezza di cui si parla rappresenta un patrimonio residenziale. In altre parole, questa ricchezza rappresenta per due terzi, e cioè nove miliardi, soltanto gli immobili. Un patrimonio quindi, difficile da utilizzare in caso di necessità quotidiane.

Disparità tra nord e sud Italia

Altro fattore, non meno importante cui fa riferimento Vecchi e il suo team di esperti, è la sostanziale disparità che intercorre ancora tra nord e sud Italia. Un fenomeno, che non si riscontra in nessun altro paese dell'Eurozona. Comprendere meglio queste differenze, significa fare una ricerca approfondita su quei microdati propri degli individui, prendere in considerazione i fattori macroeconomici e demografici che caratterizzano le diverse zone in esame. La ricerca che intende perseguire Vecchi si concentra non solo sui profondi dislivelli tra i territori, ma sulle differenti condizioni di vita, i tassi di mortalità nelle diverse fasce sociali, le disuguaglianze e la mobilità sociale.

In questo modo, si otterranno dei dati preziosi, un database nuovo di informazioni strettamente relative ai singoli individui, che come auspicabile, consentirà uno spunto di riflessione più chiaro nei prossimi dibattiti politici.