La crisi dello spread tra i titoli di debito italiani e quelli tedeschi ha toccato nella giornata di ieri un nuovo punto critico quando il differenziale ha superato la quota dei 300 punti. Una soglia psicologica che ha provocato una pesante ondata di vendite anche a Piazza Affari, andando così ad azzerare completamente i guadagni accumulati dall'indice FTSE Mib dall'inizio dell'anno. D'altra parte, dalla crisi politica a quella finanziaria il passo è stato breve. L'incertezza sull'esito della formazione del nuovo Governo ha creato allarme non solo internamente alla penisola, ma anche negli investitori internazionali, con le agenzie di rating che potrebbero presto intervenire sul giudizio di merito del nostro debito pubblico.

L'avviso lanciato da Moody's: taglio del rating se non ci saranno riforme

A conferma che la situazione resta tesa anche e soprattutto per gli operatori istituzionali internazionali troviamo la nuova presa di posizione in arrivo dall'agenzia di rating statunitense Moody's, che ha emesso ieri un nuovo comunicato all'interno del quale si avvisa il prossimo Governo italiano rispetto alle misure che dovranno essere prese per garantire la stabilità del debito pubblico. Secondo le valutazioni dei tecnici, c'è il rischio concreto che si arrivi ad un downgrade del rating assegnato al nostro Paese qualora il nuovo esecutivo decida di proseguire nel realizzare politiche "insufficienti a posizionare nei prossimi anni il debito su di una traiettoria di discesa".

La crisi dello spread torna a riaccendere il dibattito politico

Nel frattempo anche il dibattito politico interno è tornato ad accendersi, dopo che lo spread ha proseguito la propria strada al rialzo nonostante l'incarico assegnato dal Presidente Sergio Mattarella all'ex Commissario alla spending review Carlo Cottarelli. "Il problema non eravamo noi, non era la nostra squadra di ministri, ma l’incertezza che oggi regna sovrana" ha spiegato il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, osservando che lo spread ha raggiunto i massimi da quattro anni a questa parte.

Per l'esponente pentastellato, "se il Governo del Cambiamento fosse partito, oggi avremmo un governo politico forte che sarebbe già al lavoro per incontrare gli altri Paesi Ue e spiegargli i dettagli della nostra politica economica, che non ha mai previsto l’uscita dall’euro. Oggi invece c’è solo la prospettiva di un governo debolissimo".

Anche il leader della Lega Matteo Salvini ha preso posizione nella giornata di ieri, chiamando in causa proprio il Presidente della Repubblica. "Chiedete a Mattarella… Fosse per me ci sarebbe un governo in carica. Hanno scelto altrimenti per rassicurare i mercati, non mi sembra ci stiano riuscendo”. Mentre dal Partito Democratico si punta il dito contro la perdita di credibilità subita dall'Italia all'estero a causa delle ultime vicende politiche. Tanto che i deputati Dem hanno coniato i termini "Salvini Tax" e "Mister Spread" per commentare le ultime vicende.

Dalla Banca d'Italia si invita alla calma: l'allarme dei mercati è ingiustificato

Se la discussione politica sembra farsi sempre più accesa, c'è anche chi invita a calmare i toni ed alla ragionevolezza.

La richiesta è infatti arrivata dal Governatore di Bankitalia, che ha messo in rilievo la necessità di riportare ordine nel Paese. "Non ci sono giustificazioni per ciò che avviene nei mercati" ha sottolineato Ignazio Visco, chiedendo di perseverare "nello sforzo indispensabile di ammodernamento" del Paese, per "contribuire all'affermazione dei valori fondamentali del progetto europeo, tornare a uno sviluppo sostenuto, garantire il benessere e la pace delle generazioni future". La sfida è posta, ma la responsabilità su quanto sarà fatto "sta a noi".

Intanto lo spread presenta i primi conti: azioni delle banche in forte calo

Nel frattempo la situazione di instabilità dovuta allo spread ha cominciato a presentare i primi conti sulle tasche degli italiani.

Se il principale indice azionario italiano ha infatti azzerato i guadagni realizzati sin qui dal 2018, a risultare particolarmente colpite dalle vendite sarebbero state proprio le banche. Quest'ultime si stanno impegnando attivamente per una riduzione dei rischi percepiti dal mercato dopo il deterioramento dei titoli di Stato, ma la situazione sembra restare difficile nel breve termine. A Piazza Affari le banche hanno subito nelle ultime settimane importanti perdite di capitalizzazione, rasentando una discesa del 20% rispetto alle quotazioni della metà di maggio. Si tratta di 25 miliardi di euro già andati in fumo e sui quali incombe la possibilità di nuove perdite nelle prossime giornate di borsa.

Un'eventualità che rende quanto mai evidente la necessità di ritrovare la stabilità politica per il nostro Paese.

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori qualora desiderino aggiungere un commento nel canale "Affari e Finanza" o nella pagina Facebook "Riforma Pensioni e Lavoro" in merito alle ultime novità su lavoro, economia e previdenza riportate nell'articolo