Stamattina, lo yuan o renminbi, intorno alle 10:00- ora locale-( alle 4:00 in Italia) ha segnato uno spot rate di 6,5988( +0,35) e un offshore rate di 6,5992( +0,28%). Sfiorando, di poco, quota 6,6 cioè il valore minimo da dicembre 2017. Le Borse cinesi, in apertura di giornata, hanno registrato il Composite di Shanghai a 2.842,40 punti. L'indice ha ceduto lo 0,07% scontando le nuove tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina- Unione Europea. Il Composite di Shenzhen, invece, ha mostrato valori stabili a 1.596,26(+0,01) registrando un leggero rialzo rispetto a ieri( +0,56%).

La Borsa di Shanghai è entrata in " bear market" cioè in fase di imminente e considerevole correzione.

Il deprezzamento dello yuan e la volatilità dei mercati finanziari

Il renminbi- che significa valuta del popolo- è l'altro nome dello yuan, la valuta cinese che oggi, in apertura dei mercati borsistici, ha raggiunto il valore minimo degli ultimi mesi. Gli analisti considerano questi risultati come i primi effetti dell'inasprimento dei dazi annunciato dall'amministrazione degli Stati Uniti. La svalutazione della moneta aiuta a sostenere e ad aumentare le esportazioni di un Paese. Il deprezzamento, però, può comportare dei rischi come l'esposizione ad un'accresciuta volatilità dei mercati finanziari.

Da gennaio 2018 la Borsa di Shanghai ha perso circa 20 punti percentuali. Generalmente, con 20 punti percentuali il mercato è considerato al ribasso, oppure è semplicemente definito orso- "bear market"- secondo la terminologia finanziaria. In letteratura finanziaria, i termini "bull market" o mercato rialzista e "bear market" o mercato ribassista indicano gli effetti di scelte monetarie o economiche sui mercati azionari che mostrano un andamento pressoché costante per un determinato periodo di tempo.

Quando un mercato ha una tendenza al rialzo si dice che è "toro", quando tende al ribasso si dice, invece, che è "orso" perché somiglia alla zampata di un orso.

In quest'ultimo periodo le Borse della seconda economia mondiale hanno perso una quota così considerevole del loro valore che è stato come veder evaporare una ricchezza equivalente al prodotto interno lordo di un'intera nazione.

Gli analisti temono una nuova crisi del mercato azionario cinese ed il ritorno ad un periodo di estrema volatilità del cambio yuan-dollaro come quello dell'estate 2015. In poche settimane i mercati azionari cinesi persero quasi il 45% del loro valore costringendo il governo ad adottare inevitabili misure correttive.