Secondo quanto riportato dal report "The Italian NPL Market" redatto con cadenza semestrale da Price Waterhouse Coopers, nel 2017 lo stock di crediti deteriorati si è ridotto sostanzialmente: -60 miliardi con una riduzione del 18.5% rispetto ai livelli di fine 2016. Il trend pare proseguire con -37 miliardi nella prima metà di quest'anno, e operazioni annunciate per altri 28 miliardi entro la fine del 2018.

Il consuntivo alla fine di quest'anno potrebbe pertanto attestarsi oltre i 70 miliardi di controvalore per le transazioni NPL. Si tratta di un segnale positivo nell'ambito del percorso di riduzione dei rischi del sistema bancario italiano, di particolare rilievo anche in considerazione delle recenti turbolenze registrate sui mercati finanziari a causa dell'incertezza sull'operato del nuovo governo.

Cresce anche il mercato del servicing

Alla riduzione nello stock di NPL sui bilanci degli istituti di crediti, corrisponde anche uno sviluppo del mercato del credit management volto ad operare la gestione di questi crediti per conto degli acquirenti. Si registrano operazioni di M&A come la recente acquisizione da parte di Banca IFIS dello storico special servicer FBS e JV strategiche come quella sottoscritta di Intrum Lindorff con Intesa Sanpaolo.

In considerazione delle pressioni regolamentari nei confronti di una gestione maggiormente efficace dei crediti deteriorati, è plausibile che si assista ad un ulteriore sviluppo di questo segmento di mercato che al momento include società dotate di licenza bancaria come doBank, Credito Fondiario e Guber, operatori iscritti all'albo degli intermediari finanziari ex art 106 Testo Unico Bancario come Cerved Credit Management, MB Credit Solutions e FBS e soggetti operanti con licenza ex art 115 TULPS come FIRE, CAF e Sistemia.

La frontiera degli Unlikely To Pay

Dopo i rilevanti risultati raggiunti nella dismissione e nell'outsourcing dei Bad Loans, segmento peggiore tra i crediti deteriorati per i quali sono previste già numerose transazioni in corso d'anno, la nuova frontiera nel derisking del sistema bancario è costituita dagli Unlikely To Pay, che secondo le classificazioni tradizionali venivano definiti incagli e inadempienze probabili.

Si tratta di posizioni caratterizzate da un minor livello di deterioramento creditizio e potenzialmente eleggibili per operazioni di ristrutturazione, pertanto richiedono competenze e tecniche di gestione differenti rispetto agli altri crediti Non Performing.