Il settore dei buoni pasto sta attraversando, negli ultimi mesi, una crisi profonda. L'evento scatenante, come ormai sanno tutti, sono le difficoltà in cui si dibatte una delle più importanti società che emettono i famosi tagliandi, la "Qui Group". Ma l'Anseb, l'associazione che raggruppa le società emittenti i buoni pasto prova a lanciare delle proposte concrete per risollevare un settore che dà lavoro a migliaia di persone e che vale, a conti fatti, almeno 3 miliardi di euro.

Oltre a puntare su maggiori investimenti l'associazione lancia al Governo in carica la proposta di detassare i ticket fino 9 euro, come mette in evidenza anche "Repubblica".

Un'altra possibilità che l'evoluzione della crisi sta portando all'attenzione degli operatori economici interessati potrebbe essere quella di introdurre, in maniera generalizzata, i buoni pasto elettronici.

Emmanuele Massagli: 'Il comparto è in buona salute'

Nel corso degli 'Stati Generali' dell'Anseb che si sono svolti il 10 luglio 2018 a Milano, il Presidente dell'associazione, Emmanuele Massagli, ha voluto rassicurare circa la buona salute del comparto nonostante tutto. Infatti, anche se i buoni pasto della Qui da diversi mesi vengono rifiutati da un numero sempre maggiore di esercenti è anche vero che questi ultimi non hanno messo in dubbio la bontà dello strumento. Infatti, nella maggior parte dei casi, hanno provveduto a cambiare fornitore.

D'altra parte, è indubbio che debbano essere presi dei provvedimenti urgenti per risollevare definitivamente il settore.

Anche perché, almeno formalmente, c'è da aggiudicarsi la gara indetta dalla Consip per il 2019. E si tratta di una gara da 1 miliardo di euro a cui, nonostante tutto, è stata ammessa anche la società Qui Group, ma "con riserva".

Forse perché malgrado i problemi di liquidità siano reali, come mette in evidenza lo stesso Gruppo, questi sono stati accentuati dai ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione relativamente al bando Consip del 2016 sempre da 1 miliardo di euro.

Per quanto riguarda la procedura relativa al bando per il 2019 si è arrivata alla scrematura dei potenziali assegnatari.

Si tratta, in totale, di 15 lotti. La Qui Group, come accennato, è stata ammessa con riserva in quanto l'attuale normativa, contenuta nel Codice degli Appalti, consente di escludere un soggetto solo se si è reso colpevole di gravi illeciti professionali o abbia evidenziato gravi carenze nell'esecuzione di un precedente appalto.

Defiscalizzazione dei ticket fino a 9 euro

Per poter risollevare definitivamente il mercato dei buoni pasto l'Anseb lancia diverse proposte al nuovo Governo. Prima fra tutte la defiscalizzazione dei ticket fino a 9 euro. Questi, per lo più, sono buoni pasto elettronici. E, come mette in evidenza oggi la rivista online "Wired" potrebbero rappresentare una valida alternativa ai buoni tradizionali in formato cartaceo.

Già oggi, questo particolare segmento rappresenta circa il 40% dell'intero mercato dei buoni pasto. Se si considera che in Italia, tra pubblico e privato, ad utilizzare i buoni pasto sono circa 2 milioni e mezzo di lavoratori si riesce a percepire la grandezza del problema.

Non solo, attualmente i buoni pasto sono defiscalizzati fino all'importo di 7 euro. Già così garantiscono ai lavoratori che li utilizzano un risparmio medio di circa 1,70 euro a pasto. Questo significa quasi 400 euro risparmiati all'anno. Ovviamente l'aumento della soglia di defiscalizzazione renderebbe estremamente più conveniente l'utilizzo dei buoni pasto come forma di pagamento a moltissimi esercenti. Già oggi, secondo i dati disponibili all'Anseb gli esercenti convenzionati sono circa 150 mila e ricavano circa il 40% del fatturato proprio dai buoni pasto.

Nello stesso tempo la grandezza degli interessi in gioco ha attirato l'attenzione anche di molti operatori scorretti. Per questo l'Anseb propone anche l'introduzione di un vero e proprio Fondo di Garanzia da introdurre come posta nei bilanci aziendali in modo da vincolare una parte del patrimonio aziendale a tutela degli operatori corretti. Inoltre, dovrebbero essere riviste le procedure di gara nel senso di introdurre delle penalizzazioni nei confronti di quegli operatori che hanno commesso degli inadempimenti certificati da atti giudiziari.