Vietato ritoccare il sistema previdenziale e aumentare al spesa pubblica, questo quanto è fuoriuscito dal rapporto 2018 sul coordinamento della Finanza Pubblica presentato alla Camera. Il diktat della Corte dei Conti , se non è una doccia fredda per il Governo, per Salvini e Di Maio e per i cittadini che stanno riponendo speranze su quanto sembra sia in cantiere da parte del Governo, poco ci manca. Dopo le dichiarazioni di Di Maio ieri in Senato, con tutte le aperture sui provvedimenti e sulle misure di riforma previdenziale in lavorazione, oggi la doccia gelata della Corte dei Conti.

Ecco cosa è uscito fuori dal rapporto e quali sono i motivi che hanno spinto la Corte a mettere nero su bianco tutto ciò.

Le politiche che si attuano oggi influiscono sulla spesa di domani

Spazio ristretto o addirittura esaurito secondo la Corte dei Conti, quello a disposizione del Governo per cercare di correggere la riforma Fornero. Come dire, nulla o quasi si può fare perché, come riporta il noto quotidiano “Il Sole 24 Ore” di oggi, è cruciale non creare altro debito pensionistico, cioè non andare ad aumentare la spesa pubblica sostenuta dall’Inps. Secondo la Corte e secondo il rapporto 2018 sul coordinamento della Finanza Pubblica, le politiche che si vanno ad attuare nell’immediato, si ripercuotono in termini di spesa pubblica nel lungo periodo.

Soprattutto in materia previdenziale, le politiche attuate oggi influiscono per forza sulla spesa pubblica di domani.

La Corte difende la Fornero

Secondo il rapporto la riforma Fornero, per quanto brusca e dura è servita a tenere in vita un paese durante una crisi molto aspra che senza quel poco gradito intervento (per l’opinione pubblica) sarebbe diventata ancora peggiore.

Dopo i vari interventi di salvaguardia esodati e dopo i correttivi volti a garantire a qualcuno l’uscita anticipata (vedi Ape sociale, volontaria o quota 41 per precoci degli ultimi Governi PD), secondo la Corte nulla è più possibile senza andare a squilibrare ulteriormente un già precario equilibrio del sistema previdenziale.

Dal rapporto inoltre si evince la necessità di conservare quanto di positivo si è raccolto come previdenza sociale negli ultimi anni, cioè di quanto si è risparmiato proprio grazie alla riforma Fornero. Piuttosto ciò che può fare oggi la politica è gestire il flusso migratorio e rilanciare la natalità in un paese che sta via via invecchiando sempre più.