Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, ha rilasciato un'intervista al quotidiano "Il Messaggero", in cui spiega come l'attuale governo stia profondamente deludendo gli imprenditori italiani. Ha sottolineato che, se la situazione dovesse proseguire in questo clima di "nervosismo", verrà presa in considerazione l'ipotesi di una protesta in piazza.

Confindustria chiede più rispetto e considerazione

Confindustria ammette di aver avuto aspettative ben più alte nei confronti di questo governo e che, al contrario, ora gli associati si sentono "delusi nel merito e amareggiati nel metodo".

Il presidente Boccia afferma che "la capacità di governo del Paese si misura dai risultati, e se i risultati non arrivano, perde il Paese con i suoi cittadini".

A proposito degli italiani, l'imprenditore salernitano ritiene che la Politica non possa limitarsi a rincorrere i sondaggi e il consenso popolare, perché ciò rischia di alimentare il "nervosismo" nel settore imprenditoriale che, qualora dovesse arrivare ai massimi termini, potrebbe rendere necessaria una protesta pubblica. "Se si insiste con certe provocazioni, saremo costretti a farci sentire", ha sottolineato il massimo esponente di Confindustria che, al contempo, si augura di non arrivare ad una soluzione di questo genere.

Inoltre ha aggiunto che le dichiarazioni di alcuni esponenti politici sono seriamente "ingenerose e al limite della volgarità" nei confronti del sistema di rappresentanza, evidenziando la cattiva abitudine di definire "politicizzato" chiunque muova delle critiche nei confronti della classe dirigente.

"Ci vorrebbe più rispetto", ha sottolineato il presidente di Confindustria, poiché ad oggi i membri dell'organizzazione si sentono considerati come "cittadini di serie B", giacché si ha l'impressione che si cerchi di evitare un confronto di opinione.

Boccia: "I mercati premiano o puniscono le azioni, non le intenzioni"

Dopo aver rinnovato la dura critica di Confindustria verso il Decreto Dignità, secondo cui aumenterà il costo del lavoro e non contribuirà ad incrementare l'occupazione, Boccia rivolge alcune riflessioni ai temi economici che verranno discussi nella prossima manovra finanziaria d'autunno.

Il debito pubblico italiano è tra i più grandi al mondo se lo si valuta in proporzione al Pil, e creare un ulteriore deficit vorrebbe dire accumulare altro debito, il cui risanamento spetterà alle future generazioni che, di conseguenza, ne saranno danneggiate.

Confindustria, quindi, invita alla cautela, seppur riponendo una discreta fiducia nei confronti del ministro dell'Economia Giovanni Tria che "parla il linguaggio del buon senso".

Per questo motivo, Boccia si augura che l'economista romano venga preso in considerazione nel momento in cui bisognerà mettere a punto delle nuove manovre finanziarie: "I mercati non si lasciano influenzare dalle buone intenzioni - ammonisce l'imprenditore campano - ma premiano o puniscono le azioni che valutano dannose".

In merito alle grandi opere, definisce "grave" il fatto che si rimettano in discussione i cantieri di Tav e Tap, con il rischio di incorrere in penali miliardarie che ricadrebbero sui contribuenti e sulle imprese. Sulla questione Ilva, invece, confida in una decisione che sappia unire ambiente, sviluppo e occupazione. Al contrario, l'incertezza dimostrata nell'ultimo periodo non è gradita, tanto che teme possa trattarsi di una strategia per "far scappare l'investitore".