La telenovela che sta tenendo col fiato sospeso quasi 20.000 lavoratori, nonché una nazione intera, non sembra voler giungere ad una conclusione in tempi brevi. All'ultimo tavolo delle trattative, ArcelorMittal - azionista di maggioranza della cordata Am Investco Italy - ha presentato la sua offerta e le parole del manager dell'azienda, Geert Van Poelvoorde, sono state eloquenti: "La proposta migliorativa è la più avanzata per il turnaround di Ilva, e garantisce che abbia un futuro sostenibile come produttore di acciaio leader in Italia" ed è stata definita il "massimo sforzo".

"Massimo sforzo" che non è sufficiente per il ministro Luigi Di Maio, il quale ha rimandato tutto al confronto tra azienda e sindacati.

Il pacchetto della proposta è un aggregato di misure sia sul piano ambientale che sul piano di ricerca, per portare la produzione dell'acciaio ad un livello economico e sostenibile, dal punto di vista ecologico.

La proposta per salvare l'Ilva

Il piano ambientale proposta da ArcelorMittal verte su sei punti fondamentali, dei quali quattro si riferiscono all'impatto che l'azienda produce sul territorio, mentre gli altri due chiarificano i rapporti tra l'Ilva e i fornitori e tra l'azienda ed il nuovo programma di ricerca. Scendendo nel dettaglio:

  • Confermato l'anticipo di 18 mesi (precedentemente concordato nel protocollo raggiunto tra gli enti locali pugliesi ed il MISE) sulla copertura dei parchi di minerale ferroso e dei parchi di carbone, entrambe ultimate entro la prima metà del 2020.
  • Impegno a ridurre, grazie all'istallazione di nuovi filtri ibridi, le emissioni di anidride carbonica attraverso la riduzione di emissioni di polveri e diossine, scaturenti dal processo produttivo, rispettivamente del trenta e cinquanta per cento.
  • L'abbattimento delle emissioni di idrogeno solforato attraverso l'investimento in nuove attrezzature.
  • Il superamento della soglia delle otto milioni di tonnellate grazie all'utilizzo di processi "low carbon", per realizzare volumi addizionali di produzione.
  • L'istituzione di un centro di ricerca a Taranto con un fondo stanziato di dieci milioni di euro annui e l'assunzione di circa 20-25 ricercatori interni.
  • L'impegno di onorare le obbligazioni con i fornitori (anche quelle scadute) e di garantire migliori standard commerciali.

Il futuro dell'Ilva

Il tempo stringe, l'Ilva perde circa 30 milioni al mese, ma secondo il vicepremier Di Maio non bisogna avere fretta per liberarsi dell'azienda senza che prima non si siano fatti i dovuti accertamenti.

A far temporeggiare il Ministro è soprattutto la presunzione di un vizio nell'aggiudicazione della gara che potrebbe portare al suo annullamento. Durante la conferenza stampa post-incontro ha affermato che in settimana ci si aspetta la chiamata in causa dell'Avvocatura dello Stato "che ci deve dire che cosa si può fare e che cosa si può non fare.

Mi auguro che tutto sia in regola ma se così non dovesse essere porto tutte le carte in procura perché se ci sono rilievi ci sono dei reati commessi".

Oltre alla diffidenza delle autorità locali pugliesi (che hanno disertato il tavolo da lavoro), ad essere non propri entusiasti di questa proposta sono i sindacati dei lavoratori che continuano a chiedere un confronto con l'azienda che si è aggiudicata la gara, per chiarire la posizione - all'interno della trattativa - della forza lavoro attuale che compone l'organico del personale dell'Ilva (molti dei quali sono in esubero secondo le stime del programma di riqualificazione di ArcelorMittal). Il principale antagonista è solo uno: il tempo.