Nella manovra di fine anno che il governo guidato da Movimento 5 Stelle e Lega sta ultimando, ci sarà spazio anche per la questione del rinnovo del contratto dei lavoratori statali. Il contratto che ad inizio 2018 è stato rinnovato, producendo aumenti di stipendio ed arretrati per il biennio 2016-2017, sta per giungere alla sua naturale scadenza fissata per il 31 dicembre 2018. Necessario dunque provvedere ad aprire un nuovo tavolo di discussione ed una nuova piattaforma di rinnovo. Questo almeno quello che sperano i sindacati, soprattutto di fronte alle prime cifre che emergono e che sembra rappresentino lo stanziamento che il governo sta destinando alla vicenda.
Vediamo il punto della situazione, gli aumenti di stipendio per i lavoratori statali ad oggi ipotizzati e che scenari ci saranno per questa nuova trattativa.
Si parte ad aprile?
Facendo un passo indietro, cioè al rinnovo relativo al triennio 2016-2018, scaturito dalla sentenza della Consulta che sancì l’incostituzionalità del blocco della perequazione sugli stipendi dei lavoratori statali, voluto dalla legge Fornero, la cifra che viene alla mente è 85 euro. Questo l’impianto dell'ultima piattaforma di rinnovo, che ha sortito gli effetti ad inizio 2018. Gli 85 euro erano l’aumento lordo a dipendente previsto per tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione. In base a ciò che il governo attuale sembra voler destinare alla partita, le cifre di aumento previste per questo nuovo capitolo, sono largamente inferiori.
Secondo un articolo del quotidiano “Il Giornale”, che trae spunto da una analisi di un altro quotidiano nazionale, il romano “Il Messaggero”, in base alle cifre, il primo mese in cui ci saranno gli aumenti (si ipotizza aprile 2018), i lavoratori troveranno qualcosa come 8 euro in più di stipendio. Da luglio si dovrebbe salire a 14 euro e solo nel 2020 e nel 2021 le cifre risulteranno più degne, anche se come dicevamo, molto inferiori agli 85 euro del vecchio rinnovo.
Per il 2019 l'esecutivo ha stanziato 1.100 milioni di euro, mentre per 2020 e 2021 rispettivamente 1.425 e 1.775 milioni. In base alle ultime proiezioni, basate sugli stipendi medi dei lavoratori dei 4 comparti della pubblica amministrazione, una volta a regime il nuovo stipendio salirà al massimo di 49 euro al mese, ma questo solo nell'ultimo anno di validità di questo nuovo contratto, cioè nel 2021.
I sindacati già sul piede di guerra
In base alle cifre, che ricordiamo, sono lorde, per un lavoratore che percepisce 32mila euro annui (la retribuzione media dei lavoratori statali è di 32.600 euro), ci saranno 32 euro di aumento per il 2019, 40 per il 2020 e 49 per il 2021. I sindacati chiedono un immediato confronto con il neo Ministro della Funzione Pubblica, la Bongiorno, perché si corre il rischio di parlare di cifre di un certo spessore, per poi non erogare praticamente niente ai lavoratori che già dallo scorso rinnovo, sono stati penalizzati da arretrati una tantum che non hanno saldato il danno subito dagli anni di blocco salariale voluto dalla Fornero. Già le cifre dello scorso rinnovo erano state definite dai sindacati, una specie di elemosina, figuriamoci queste che come si vede, almeno allo stato attuale delle cose sono largamente inferiori.