Nel momento in cui sarebbe forse più necessario dimostrarsi coesi ed uniti per poter portare a casa quanto scritto nel contratto di governo e, nello stesso tempo, concludere positivamente la difficilissima trattativa sul rapporto deficit/Pil con la Commissione europea, la maggioranza M5S - Lega alimenta tensioni quotidiane. Prima le parole del Sottosegretario Giancarlo Giorgetti sul reddito di cittadinanza, poi la polemica sulla nuova tassa sulle emissioni di CO2 che il M5S vorrebbe introdurre, magari con qualche modifica, ma che la Lega, invece, vorrebbe vedere abolita completamente, tanto da aver presentato anche un emendamento segnalato alla Manovra economica.

Ora, il partito del Vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini è tornato a sfidare i partner di Governo del M5S proprio sul reddito di cittadinanza. La sponda leghista della maggioranza, infatti, sostiene che sia impossibile far partire la misura tanto cara ai Cinque stelle entro la fine di marzo 2019 o ai primi di aprile. E questo anche se dai calcoli effettuati dai tecnici ministeriali sembrerebbe che per l'entrata in vigore del reddito di cittadinanza basterebbero solo 6,1 miliardi di euro invece dei 9 miliardi stimati a settembre 2018.

Armando Siri mette in discussione le tempistiche del reddito

Dopo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti a mettere in forse le tempistiche di avvio del reddito di cittadinanza è un altro esponente della Lega di Matteo Salvini.

Stiamo parlando del Sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri. In pratica, Siri ha ammesso che, di fatto, il reddito di cittadinanza ancora non c'è. Infatti, se è vero che nella legge di Bilancio sono stati approvati dei fondi dedicati è altrettanto vero che la discussione in concreto avverrà a gennaio 2019 quando dovranno essere approvati i decreti attuativi, senza i quali la Legge di Bilancio è una scatola vuota a tutti gli effetti.

Non solo, il Sottosegretario alle infrastrutture avrebbe anche ammesso che, nonostante l'erogazione del reddito sia prevista a partire da aprile 2019, a quella data i centri per l'impiego non saranno pronti. Siri in precedenza aveva proposto di far diventare il reddito di cittadinanza una sorta di incentivo alle imprese per la formazione dei lavoratori.

E ne avrebbe parlato anche con il Vicepremier Luigi Di Maio che non avrebbe chiuso completamente a questa ipotesi.

Per far partire il reddito servirebbero meno soldi

Nello stesso tempo da Palazzo Chigi si sarebbero affrettati a fare delle precisazioni proprio allo scopo di gettare acqua sul fuoco. Innanzitutto, il Governo conferma che la misura del reddito di cittadinanza non avrebbe subito alcuna variazione. Inizialmente, le stime di costo della misura, per ognuno dei tre anni, dal 2019 al 2021, sono state di 9 miliardi di euro. Palazzo Chigi, inoltre, conferma che la misura funzionerà come un'integrazione al reddito familiare. Quindi chi non ha altri redditi, oltre alla prima casa, precisa Palazzo Chigi, riceverà un'integrazione di almeno 780 euro.

Comunque, dato che l'erogazione del reddito, come accennato, partirà ad aprile, il sussidio nel corso del 2019 dovrà essere finanziato per soli 9 mesi. Il Governo stima che a richiedere il reddito di cittadinanza dovrebbe essere circa il 90% dei potenziali beneficiari, quindi 4.500.000 persone. Se si dividono i 9 miliardi di euro per 12 il costo complessivo per 9 mesi è di circa 6,75 miliardi di euro. Il 90% di queto importo sono 6,1 miliardi di euro. Cioà esattamente quanto costerebbe effettivamente finanziare il reddito di cittadinanza nel 2019.