Per essere stata una convention tra esperti di economia o comunque un convegno di economia i toni sono stati fin troppo ruspanti, sebbene non si sia andato oltre uno scambio di diversi punti di vista. È stato, però, un vero scontro quello che, nell'ambito dell'incontro 'Una serata per l'Europa" all'Istituto Leone XIII di Milano, ha coinvolto l'ex premier Mario Monti e il leghista Claudio Borghi. Da un lato uno con un pedigree da europeista convinto, dall'altro uno che, invece, di questa Europa vorrebbe rivedere tante cose. E non va dimenticato che si tratta di due persone dal curriculum particolarmente importante sotto il profilo della conoscenza delle materie economiche, ma che, non per questo, mantengono una linea comune rispetto a quelle che sarebbero dovute essere o sono state le strategie dell'Italia in tema di economia.

Borghi è un sostenitore del modello giapponese

Affinché in Italia possa avere luogo una ripresa economica che possa essere netta e decisa, secondo Borghi, l'Europa dovrebbe trarre insegnamento dall'efficacia del modello giapponese. Nel paese nipponico, infatti, si basa tutto su una banca centrale che si occupa di finanziare gli interventi nel settore pubblico. Una distribuzione di denaro che, secondo il leghista, non è destinato in alcun modo ad intaccare il sistema inflazionistico.

Monti criticato da Borghi

Borghi è attualmente il presidente della Commissione Bilancio della Camera. Nel corso del dibattito critica, senza veli, quanto avvenne nel 2011 con l'avvento dell'ormai famigerato governo tecnico, nonostante la presenza al tavolo di colui il quale ne fu presidente: ossia Mario Monti.

"Ha distrutto - tuona Borghi, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera - con dodici trimestri consecutivi di recessione”. Una scelta che il leghista critica in maniera sottolineando come l'austerity, disciplinata dall'Europa, non potrà mai condurre a qualcosa e che per i sacrifici non è prevista alcuna ricompensa. Parole che, ovviamente, hanno suscitato qualche sorriso sarcastico da parte dell'ex premier che, successivamente, è passato al contrattacco.

Monti ha avuto modo di mettere in risalto tutte le pubblicazioni "euro-scettiche" dell'esponente della Lega, sottolineando come avere, oggi, in punti cardine della gestione Politica nazionale persone con questo astio nei confronti dell'euro è costato moltissimo in termini di spread.