Sarebbero 60 miliardi i debiti che le Pubbliche Amministrazioni hanno nei confronti di singoli cittadini e di imprese. Rimborsi fiscali o soldi da erogare alle imprese che hanno svolto lavori per gli Enti Pubblici rappresentano un pesante fardello per le casse dello Stato. Ed ecco che esce fuori l’idea di utilizzare al posto del contante una specie di moneta parallela e commercializzabile. Il governo quindi sarebbe dell’idea di intervenire per risolvere la questione dei debiti insoluti delle PA verso i contribuenti, perché allo stato attuale delle cose la compensazione tra debiti e crediti oggi vigente non basta e sembra non bastare un ampliamento delle tipologie di debito e credito ammesse in compensazione.

La soluzione sarebbero dei titoli di Stato di piccolo taglio (massimo 100 euro), i cosiddetti minibot. Vediamo di cosa si tratta e come funzionerebbero questi titoli secondo un articolo del noto sito di informazione legale “studiocataldi”.

Titoli di piccolo taglio

Secondo un recente studio avvalorato da alcuni economisti tedeschi e riportato dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, l’Italia spende più di ciò che incassa ogni anno ed è cosi da 25 anni. Il debito continua ad aumentare perché anziché indebitarsi per pagare pensioni, stipendi o i crediti vantati da imprese e cittadini, continua ad indebitarsi per pagare interessi sul debito pubblico. Il suggerimento sarebbe quello di aprire ad una moneta fiscale che lo Stato accetterebbe e che si affiancherebbe all’euro senza sostituirlo.

Dal parlamentare Claudio Borghi arriva l’ipotesi di aprire all’emissione di minibot con cui lo Stato pagherebbe alle imprese i crediti che queste ultime hanno nei confronti degli Enti Pubblici.

L’idea sarebbe quella di pagare i debiti della PA con titoli di Stato commerciabili in taglio da 5 a 100 euro per chi ne facesse espressa richiesta tra quanti vantano per esempio crediti IVA.

Da una prima analisi di questi minibot sembra che la strada sia quella dei crediti per le ristrutturazioni edilizie ancora oggi vigenti per i cittadini. In pratica si offrirebbe uno strumento che garantirebbe a cittadini ed imprese di avere sconti futuri sulle tasse, proprio come avviene con le ristrutturazioni edilizie che permettono di scontare il 50% delle spese sostenute come credito di imposta.

Dentro anche la funzione di moneta contante

Per famiglie, contribuenti e imprese che avessero però bisogno di immediata liquidità, i minibot anziché diventare sconto fiscale per gli anni a venire, sarebbero utilizzabili alla stregua dei soldi liquidi. I minibot potrebbero essere ceduti tra soggetti garantendo uno sconto tra il 3 ed il 10% a soggetti che anziché di liquidità, hanno bisogno di futuri sconti sulle tasse. I minibot potranno circolare solo in Italia e sarebbero utilizzabili per il pagamento dei fornitori della Pubblica Amministrazione. Le critiche a questa ipotesi sono già molte, considerando il fatto che lo Stato, a fronte di una riduzione dei debiti delle PA, non fa altro che creare altro debito. Infatti il problema si verificherebbe quando i soggetti che sono stati pagati con i minibot, anziché usarli per avere sconti fiscali, li presenteranno all’incasso.