Allo sportello, tramite intermediari autorizzati o con il servizio “fai da te”, le domande per aderire al saldo e stralcio delle cartelle scadranno martedì 30 aprile. Il giorno 27 il concessionario alla riscossione aprirà in via straordinaria gli uffici anche di sabato. Con l’inoltro telematico la scadenza precisa è fissata alle ore 23:59 del 30 aprile. Si tratta di una delle più grandi novità introdotte dal Governo con il decreto Fiscale, collegato alla legge di Bilancio. Vediamo nello specifico come fare per aderire in questi ultimi giorni utili alla presentazione delle domande, quali sono i requisiti utili, cosa resterà da pagare ed in che modo dopo aver ricevuto l’eventuale accettazione della domanda.

Quali i vantaggi?

Il saldo e stralcio è destinato ai contribuenti in comprovata situazione di difficoltà economica. La misura infatti prevede che il richiedente sia in possesso di una certificazione Isee in corso di validità. Al riguardo occorre ricordare che l’Isee 2018 è scaduto il 15 gennaio scorso e pertanto, i soggetti interessati ad aderire al saldo e stralcio devono presentare la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) per richiedere il nuovo Isee. I tempi di erogazione dell’Isee da parte dell’Inps sono nell’ordine di 5 giorni in media e pertanto, in vista dell’imminente scadenza delle domande, occorre velocizzare l’operazione di presentazione della Dsu. L’Isee servirà al concessionario per verificare la comprovata situazione di disagio che darebbe diritto ad ottenere i lauti sconti previsti dalla misura per quanti si vedranno accettare la domanda.

In primo luogo il saldo e stralcio abbatte i debiti dei contribuenti morosi di sanzioni ed interessi. Quello che resta da pagare poi, verrà abbattuto dai veri sconti previsti dalla sanatoria, quelli collegati all’Isee. Il contribuente con un indicatore della situazione economica equivalente da zero a 8.500 euro, dovrà pagare solo il 16% di quanto ancora dovuto già al netto di sanzioni ed interessi.

In pratica, per un debito netto di 10.000 euro, l’operazione saldo e stralcio potrebbe far chiudere la partita con il fisco solo con il versamento di 1.600 euro. Per chi ha Isee sopra 8.500 euro ed entro 12.500, la percentuale del dovuto sale al 20% (cioè 2.000 euro per il contribuente dell’esempio). Per chi invece ha Isee più alti ma entro il tetto limite di 20.000 euro, la percentuale dovuta di debito sarà del 35%.

Quali debiti sono stralciabili?

Il saldo e stralcio può essere richiesto solamente per debiti che sono diventati ruolo perché affidati agli agenti della riscossione nel periodo che va dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. In pratica, anche se si riferiscono ad anni di imposta precedenti il 2018, se l’affidamento del carico ad Agenzia delle Entrate Riscossione è pervenuto da gennaio 2018, i debiti non rientrano nella sanatoria. Il saldo e stralcio è possibile solo per debiti fiscali e debiti contributivi. Dunque si possono stralciare solo le cartelle relative a mancato versamento delle imposte derivanti dalle dichiarazioni annuali e dal mancato versamento dei contributi dovuti da tutti coloro che siano iscritti alle casse previdenziali e professionali Inps.

Il totale da pagare poi può essere saldato in unica soluzione o a rate. Per il pagamento in soluzione unica occorrerà versare entro il 30 novembre 2019. Lo stesso giorno scade anche la prima rata per i pagamenti rateizzati. Le rate concesse, infatti, saranno 5 e dopo la prima che dovrà essere pari al 35% del debito residuo totale fuoriuscito dal saldo e stralcio, occorre versare il 31 marzo 2020, il 31 luglio 2020, il 30 marzo 2021 ed il 31 luglio 2021. La seconda rata dovrà contenere il 20% del totale mentre le successive 3 saranno tutte del 15% cadauna. Con il pagamento rateale verranno caricati interessi al tasso fisso del 2% annuo.