L'aria che si respira negli ultimi giorni in casa Ferrero non è poi così dolce. Da sei giorni, a partire dallo scorso martedì, la fabbrica più grande al mondo della famosissima Nutella ha decimato notevolmente la produzione e bloccato il traffico dei suoi camion.

Il perché? I lavoratori sono in sciopero: la rivendicazione consiste in un aumento di stipendio.

Sciopero in casa Nutella: le cause

Da martedì, la produzione di Kinder Bueno è interrotta. Delle quattro linee dedicate alla produzione di Nutella, solo una è attiva, al 20% della sua operatività.

Più di 160 lavoratori sono in sciopero. Nessun camion entra o esce dalla fabbrica da quasi una settimana. Incominciano a mancare le materie prime.

Lo stabilimento francese di Villers-Ecalles, a circa 150 km da Parigi, il più grande al mondo per la produzione della celebre crema spalmabile, sta infliggendo un duro colpo alla Ferrero per far sentire la propria voce.

Gli operai, infatti, avevano richiesto un aumento salariale pari al 4.5%, con un eventuale bonus pari a 900 euro, ma la richiesta è stata respinta dai dirigenti. Questi ultimi, spiega Sandra Hauchard, rappresentante del personale di CFTC, sarebbero disposti a concedere un aumento pari solo allo 0.4%.

Anche le macchine di produzione iniziano ad essere obsolete, in particolare si sono registrate parecchie difficoltà sulla linea di produzione di Kinder Bueno, che opera con macchinari aventi ormai 30 anni, spiega Fabrice Canchel, segretario del sindacato Fource Ouvrier.

La fabbrica della Normandia, già al centro delle notizie di qualche mese fa, per un blocco della produzione dovuto al mancato rispetto degli standard di qualità, conta 400 lavoratori e produce circa 600.000 vasetti di Nutella al giorno, vale a dire un quarto della produzione globale.

La risposta allo sciopero di Ferrero

I dirigenti di casa Ferrero hanno definito totalmente illegale il blocco della produzione e sono pronti ad andare in tribunale per difendere la propria causa.

Dalle ore 6 di questa mattina è entrato in vigore un sistema di sanzione che prevede una multa pari a 1000 euro all'ora per qualsiasi persona blocchi l'accesso alla fabbrica. Alcuni ufficiali giudiziari hanno iniziato a raccogliere i nominativi dei protestanti.

"E' un'insopportabile violazione del diritto di sciopero", reagisce Canchel.

Ferrero France dichiara in una nota interna che il proprio compito è quello di tutelare e proteggere i lavoratori non scioperanti, che sembrano essere la maggioranza, affinché possano svolgere il proprio dovere in condizioni adeguate. Pare, tuttavia, che ci sia una maggiore disponibilità a collaborare con lavoratori e sindacati, per cercare di risolvere la questione il prima possibile e far ripartire la produzione in modo regolare.