L'Istat ha elaborato e pubblicato nelle scorse ore gli ultimi dati relativi all'economia "non osservata" (cioè quella legata ad attività criminali e al lavoro irregolare) in Italia nel 2017.

Si tratta di un vero e proprio tesoro sommerso dal valore totale di 211 miliardi di euro, con un'incidenza di poco più del 12% del PIL totale italiano, che il governo tenterà di recuperare anche grazie all'introduzione di alcune nuove regole sull'utilizzo dei contanti.

Confronto con i dati precedenti

Confrontando i dati attuali con quelli pubblicati in passato sempre dall'Istat, si possono osservare alcune tendenze negli ultimi anni.

Un primo dato relativamente positivo parla di un calo dell'incidenza dell'economia non osservata sul PIL del nostro Paese, passata dal picco del 13% nel 2014 a circa il 12% nel 2017. Si tratta comunque di un valore molto alto, in aumento dell'1,5% rispetto al 2016 e composto da 192 miliardi di ricchezza sommersa e 19 miliardi di attività criminali.

Tendenza negativa in aumento, invece, è quella delle unità lavorative irregolari, 3 milioni e 700 mila, in aumento del +0,7% rispetto al 2016 (anno in cui si segnava invece un -0,7% rispetto al 2015). Nel periodo 2014-2017 è rilevante anche l'incremento delle attività illegali, pari a 2,4 miliardi di euro.

Il 40% del sommerso è nel commercio

Nel rapporto Istat si può notare anche un dato allo stesso tempo interessante e preoccupante: il 41,7% dell'economia sommersa fa riferimento a uno specifico settore, quello del commercio.

In particolare, emergono dal rapporto Istat come più problematici i settori del commercio all'ingrosso e al dettaglio, di quello dei trasporti e del magazzinaggio, delle attività di alloggio e della ristorazione.

Il lavoro nero si concentra nei servizi

L'incidenza maggiore del lavoro irregolare così si può notare nel settore dei servizi (16,8%), in particolare nei servizi alle persone, mentre i settori con più lavoratori irregolari si confermano agricoltura (18,4%), costruzioni (17%), ma anche commercio, trasporti e alloggio/ristorazione (15,8%).

In termini assoluti, il 61% delle unità lavorative irregolari è concentrato nei settori del servizio e del commercio.

Le irregolarità tra dipendenti e indipendenti variano da settore a settore

Il settore più rilevante dal punto di vista dell'incidenza del lavoro irregolare dipendente è quello dell'agricoltura, dove si registra quasi un valore quasi cinque volte maggiore rispetto a quello del lavoro indipendente (38,3% contro 7,8%).

Per altri settori, invece, come quello dei servizi alle imprese o quello dell'istruzione, della sanità e dell'assistenza sociale, la situazione è parzialmente invertita: l'incidenza dell'irregolarità degli indipendenti ha un valore di più del doppio rispetto a quello dei dipendenti.