L'amministratore delegato di ArcelorMittal, Lucia Morselli, ha comunicato ai sindacati il piano di spegnimento degli altiforni dell'ex Ilva. La comunicazione è avvenuta qualche giorno dopo che la multinazionale ha depositato presso il Tribunale di Milano l'atto di citazione per il recesso dal contratto.

Per il segretario generale Fim Cisl, Marco Bentivogli, la situazione sta diventando sempre più drammatica e non lascia più spazio ai tatticismi della politica e a voci di corridoio come la permanenza della multinazionale fino a maggio, notizia immediatamente smentita dall'ad Lucia Morselli.

Venerdì15 novembre, presso il ministero dello Sviluppo Economico è previsto un incontro tra i sindacati e l' azienda sulla procedura ex articolo 27 di recesso dai rami d'azienda. In quella sede i sindacati potranno verificare i comportamenti della multinazionale anche se ormai è ben chiaro quali siano le reali intenzioni di Mittal.

Il programma di spegnimento degli altoforni comunicato da ArcelorMittal

Il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, ha reso noto che l'ad Lucia Morselli ha comunicato le date di spegnimento degli altiforni dello stabilimento: si inizierà il 12 dicembre con Afo2 , seguirà Afo4 il 30 dicembre e l'altoforno 1 il 15 gennaio.

Inoltre, il 26 novembre si fermerà il treno nastri 2 per mancanza di ordini, mentre il treno 1 è già chiuso.

E' anche programmata la chiusura delle centrali elettriche e delle cockerie.

La situazione d'emergenza in cui versano le aziende dell'indotto

In queste situazioni coloro che subiscono le conseguenze sono sempre i lavoratori.

Nel pomeriggio di giovedi 14 novembre, presso il ministero dello Sviluppo Economico si è svolto un incontro tra Confindustria Taranto, il ministro Patuanelli e i sindaci della provincia di Taranto.

Durante l'incontro Confindustria Taranto ha illustrato la situazione d'emergenza in cui versano le aziende fornitrici dell'ex Ilva a causa delle fatture non pagate da ArcelorMittal. Alcune di loro hanno già fatto ricorso alla cassa integrazione e in alcuni casi hanno licenziato.

Confindustria ha ribadito, nonostante le rassicurazioni dell'ad Morselli sul pagamento delle fatture, che se non arrivano i bonifici per pagare i lavoratori, le imprese dell'indotto non saranno in grado di pagare gli stipendi.

Nei giorni scorsi, Enetec, Iris e Fc hanno annunciato la cassa integrazione ordinaria per 246 dipendenti in totale. Mercoledì, Gamit ha comunicato ai sindacati l'impossibilità di pagare gli stipendi di ottobre ai 50 dipendenti. E purtroppo questo è solo l'inizio di un grande dramma sociale.