Il 4 maggio è la data ipotizzata per il passaggio alla fase 2 dell'emergenza che prevede una graduale ripartenza delle attività produttive. Ci saranno inevitabilmente moltissimi cambiamenti che rivoluzioneranno in maniera considerevole le consuete abitudini degli italiani. Per il passaggio a questa fase, si sta cominciando a delineare una linea guida da seguire, ma l'ipotesi più accreditata sembra essere quella di procedere con la riapertura differenziata per regione. È stato il ministro Patuanelli a parlarne e a spiegarne le motivazioni. Le prime ipotesi al vaglio del governo riguardano anche le modalità di riapertura.

Sicuramente si darà la precedenza alle fabbriche, alle aziende e i ai vari negozi. Restano ultimi in classifica i bar e i ristoranti perché visti come luoghi in cui il rischio di contagio rimane ancora molto alto. Anche per gli uffici ci saranno delle restrizioni mentre il sistema scolastico, quasi certamente, non ripartirà prima di settembre.

Le rassicurazioni del presidente del Consiglio

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto sapere che non ci sarà alcun anticipo della fase due per quanto riguarda la riapertura delle attività produttive. L'idea di fondo è quella di procedere istituendo delle linee guida uguali per tutto il territorio nazionale, ma non si esclude la possibilità di procedere ad una riapertura differenziata da regione a regione.

Tra le ipotesi più accreditate rimane anche quella di vietare, a scopo precauzionale, lo spostamento da una regione all'altra. Sono stati ipotizzati anche vari scenari di ripresa delle attività commerciali e si comincia a valutare anche le modalità attraverso cui si potranno trascorrere le vacanze estive.

La regionalizzazione delle riaperture

Il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, nel corso di un'intervista nella trasmissione di Fabio Fazio 'Che Tempo che fa', ha confermato che si sta facendo strada l'ipotesi di una graduale riapertura delle attività su base regionale.

Spiegando che l'idea di fondo è quella di ripartire con le regioni che registrano un numero ridotto di contagi.

Si pensa ad una fase due costituita da misure nazionali, ma con uno schema di riapertura differenziato tra le Regioni italiane.

Le probabili modalità di riapertura

Per quanto riguarda la riapertura delle aziende, è in fase di valutazione l'ipotesi di far compilare ad ogni ente produttivo una sorta di autocertificazione in cui si dichiari che all'interno del nucleo operativo vengono rispettate tutte le norme di sicurezza, quali: sanificazione dei locali di lavoro, distanziamento sociale, dotazione di guanti e mascherine e la presenza di un medico di riferimento.

Tutti i dipendenti, anche quelli degli uffici, ogni giorno, prima di prendere possesso della propria postazione lavorativa, dovranno passare al termoscanner.

I settori più penalizzati saranno quelli del comparto turistico. Ristoranti e bar saranno le ultime categorie a ripartire. Questo perché sono considerate tra quelle con il più alto rischio di contagio. Per questo motivo si sta pensando ad una soluzione alternativa per dare modo anche a queste attività di ripartire, seppur in maniera ridotta. Il take away resta la soluzione più logica da adottare. Per la completa riapertura ci vorrà ancora molto tempo. Gli ingressi dovranno avvenire in maniera contingentata così come già accade per i supermercati. Al bancone dovrà essere rispettata la distanza di sicurezza e i dipendenti dovranno essere dotati dei dispositivi di sicurezza. Tra i tavoli, la distanza dovrà essere aumentata a due metri per garantire il passaggio dei camerieri in totale sicurezza.

La riapertura dei negozi sarà condizionata dalla metratura del locale, in base ai quali verrà stabilito il numero dei dipendenti e dei clienti che potranno starci contemporaneamente. I locali più ampi dovranno essere in grado di fornire dei percorsi separati di entrata e di uscita e non dovrà mai mancare, sia all'ingresso che in prossimità delle casse, il disinfettante. La pulizia dei locali dovrà avvenire almeno due volte al giorno.