Mario Monti, in occasione della sua partecipazione a L'aria che tira, ha avuto modo di esprimere il suo pensiero sul Recovery Fund. Rispondendo alle domande di Myrta Merlino, ha segnalato il rischio che ci sia ancora da aspettare affinché la maxi-misura economica annunciata dalla Commissione Europea si traduca in sostegno concreto a paesi in difficoltà come l'Italia. L'ex presidente del Consiglio ha, inoltre, espresso la sua idea secondo cui i soldi dovrebbero essere utilizzati per mettere il Bel Paese al passo con la modernità in tanti settori e non per ridurre il carico fiscale come qualcuno ha già evidenziato.

A L'aria che tira si parla della nuova misura Ue

Mario Monti conosce le dinamiche di Bruxelles. "Ieri - ha evidenziato - la Von der Leyen ha solo fatto la proposta. Occorrerà l'approvazione del Parlamento Europea e qualche modifica ci sarà. Il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha fatto un ottimo lavoro. E lì ogni paese ha diritto di veto, sarà una cosa lunga". Il senatore a vita non condivide l'ottimismo di quanti ritengono che il Recovery Fund possa assicurare un flusso di denaro nel breve termine o addirittura a giugno. "A me - ha detto - sembra un'illusione, di solito il veicolo usato cioè il Bilancio Europeo in passato richiedeva un paio d'anni per essere alla fine deciso. Questa volta, però, c'è un'urgenza che tutti i paesi sentono".

L'Italia riceverà aiuti sostanziosi in termini economici. Chi ha una posizione più critica nei confronti dell'Unione Europea sottolinea il rischio che il Bel Paese possa avere delle condizionalità una volta ricevuta l'assistenza. "Bisogna auspicarle. Tutti gli italiani - ha detto Monti - sovranisti o europeisti guardano con rimpianto ai tanti soldi che sono arrivati dall'Europa per esempio per il Mezzogiorno e che spesso non siamo stati capaci di utilizzare o che abbiamo utilizzato a fondo perduto".

Secondo Monti avere l'occhio vigile dell'Europa sarebbe quasi uno stimolo ad utilizzare al meglio i fondi ricevuti, sebbene ci siano differenze da fare in base al tipo di vigilanza. "Un conto - ha detto - è la condizionalità tipo la Trojka oppressiva e assolutamente da respingere anche in situazioni d'emergenza".

Monti benedice eventuali condizionalità Ue

Rispetto all'ipotesi che i finanziamenti del Recovery Fund possano essere utilizzati per alleggerire il carico fiscale italiano, Monti preferisce rispondere con onestà. "Non credo - ha detto - che questa debba essere la destinazione principale. Mettiamoci nei panni degli altri paesi che, insieme alla stessa Italia, pro quota contribuiranno. Siamo considerati una nazione ad alta evasione. Adesso arrivano grandi fondi europei per avere infrastrutture migliori, un apparato sanitario migliore ed una scuola migliore. E noi che facciamo? Usiamo i fondi per ridurre le Tasse? No".

L'Italia viene accusata di avere un alto volume di fondi sottratti alla fiscalità da una condotta fraudolenta di una parte della popolazione, ma all'interno della Ue ci sono paesi che sono quasi paradisi fiscali.

"E' proprio per questo - evidenzia Monti - che non dobbiamo rifiutare la condizionalità, anzi dobbiamo dimostrare di non temerla. Adesso che l'Europa diventa più unita, più solidale e vuole lavorare come una cosa abbastanza unica è normale che l'Europa, in maniera costruttiva, voglia guardare in casa di tutti. Dovremmo dire ben venga la condizionalità di questo tipo".