Il bonus vacanze ha visto la luce con il Decreto Rilancio dello scorso 13 maggio: si tratta di un incentivo, presentato anche come un tax credit, riservato a tutti coloro che vorranno dedicarsi una vacanza quest'estate per cancellare una volta per tutte il brutto periodo trascorso con la quarantena per la pandemia coronavirus. Un'indennità che, come tante altre, presenta pro e contro e verso la quale non sono mancate le critiche.

Bonus vacanze, previsto un rimborso fino a 500 euro

Il bonus vacanze altro non è che un contributo economico per gli italiani che sceglieranno di trascorrere le proprie ferie estive, prenotando un soggiorno in una delle tante strutture ricettive sparse nel nostro Paese.

Si è parlato di un tetto massimo di 500 euro, ma è bene fare delle precisazioni: l'importo di 500 euro è riconosciuto alle famiglie composte da tre o più componenti, mentre l'importo del bonus è di euro 300 per le famiglie composte da 2 persone e 150 euro per i singoli.

Un'altra condizione per beneficiare dell'indennità è che il valore Isee del nucleo familiare non superi i 40mila euro: oltre questa soglia non si potrà godere di questo contributo economico.

Inoltre, l'importo complessivo rimborsabile è così ripartito: per l'80% viene riconosciuto come sconto diretto emesso sulla fattura elettronica della struttura ricettiva che in qualche modo dovrà anticipare tali importi, mentre il restante 20% sarà una detrazione dall'imposta sul reddito.

C'è anche un limite temporale: il bonus vacanze potrà essere utilizzato solo per prenotazioni dal 1° luglio al 31 dicembre 2020.

Bonus vacanze, solo per prenotazioni dirette

Una delle maggiori critiche mosse nei confronti di tale bonus, previsto dal Decreto Rilancio varato il 13 maggio scorso, è che non sono ammesse le prenotazioni tramite terzi: il Decreto, infatti, specifica che la prenotazione deve essere effettuata senza l'ausilio, l'intervento o l'intermediazione di soggetti che gestiscono piattaforme o portali telematici diversi da agenzie di viaggio e tour operator.

Questa condizione ha sollevato un polverone e l'ira delle principali piattaforme digitali, come Booking e Airbnb: tutti coloro che rientrano in tale categoria sperano in una eliminazione di tale limite nel Decreto perché in questo modo si andrebbero a discriminare tutti i viaggiatori che si affidano a piattaforme digitali per le loro prenotazioni.

Anzi, hanno proposto che una soluzione più immediata e semplice sarebbe quella di distribuire un voucher vacanza alle famiglie italiane beneficiarie del bonus vacanze da poter spendere presso qualsiasi struttura ricettiva italiana, sia essa un agriturismo, un villaggio, un hotel o un bed&breakfast.