Riparte il redditometro: l'Agenzia delle Entrate si appresta all'attuazione del nuovo strumento di accertamento dei redditi di famiglie e partite Iva, dopo che il Mef ha predisposto il decreto sul contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva, aggiornando i criteri per i controlli fiscali. Nel frattempo dal 10 giugno al 15 luglio 2021 le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori potranno inviare osservazioni, valutazioni e suggerimenti sul decreto del Mef relativo al nuovo redditometro.

Sarà dunque l'Agenzia delle Entrate a provvedere all’effettiva esecuzione del controlli da redditometro che, in conseguenza di tale decreto, verrebbero presto avviati.

Ciò che viene preso in considerazione è la capacità di spesa. Se c’è uno scostamento fra spese sostenute e reddito dichiarato pari ad almeno il 20%, saranno previsti i controlli. L'operatività del redditometro riguardo agli accertamenti riguarderà il periodo d'imposta 2016 in poi. Si passeranno al setaccio ben cinque anni di dichiarazioni fiscali dei contribuenti.

Scatta il redditometro: per lo scostamento del 20% fra spese sostenute e reddito dichiarato

Nel mirino finiranno le spese per vestiti, arredamento pe rla casa, camerieri, barche, auto e moto, cura della persona e viaggi. Spiccano anche gli investimenti (immobiliari e mobiliari), e l’assegno periodico all'ex-coniuge. In ogni caso, l’Agenzia delle Entrate può valutare elementi di capacità contributiva diversi da quelli riportati nella tabella del Mef come le spese per i trasferimenti.

Il Fisco per effettuare tali verifiche si avvarrà anche della Superanagrafe dei conti correnti potendo contare su cinque dati chiave: il saldo a inizio anno ed alla fine, la somma dei movimenti in entrata e in uscita e la giacenza media. Anche i redditi percepiti in contanti, senza strumenti di tracciamento, potrebbero far scattare delle verifiche.

Ammesso il contraddittorio, sanzioni dimezzate se si paga entro 15 giorni

Il contribuente può sempre difendersi da eventuali controlli spiegando in contraddittorio da dove emerge la maggiore capacità contributiva se si tratta di redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta, redditi esenti, risparmi o redditi di terzi.

Dovrà in sostanza, fornire prova contraria alle “accuse” del Fisco, per ridimensionare la pretesa tributaria. Le sanzioni dunque potranno essere confermate o completamente annullate. Il contribuente può aver diritto ad una riduzione del 50% se lo stesso provvede al versamento delle sanzioni entro 15 giorni da quando viene notificato l'accertamento.