Dopo due settimane dall'approvazione da parte della Camera dei Deputati, anche il Senato della Repubblica, nella giornata del 26 ottobre 2021, ha espresso parere favorevole all'entrata in vigore della legge sulla parità salariale, frutto di molteplici proposte delle varie forze politiche che hanno manifestato, all'unanimità, soddisfazione per il risultato raggiunto, dopo anni di battaglie e appelli caduti nel vuoto.

Introdotti incentivi per le aziende più virtuose e sanzioni per chi trasgredisce alle prescrizioni di legge, con l'obbligo di report informativi biennali sullo stato del personale

La nuova normativa che va ad aggiornare una parte del Codice delle pari Opportunità del 2006, prevedrà l'obbligo per le aziende, di fornire rapporti informativi con cadenza biennale, per illustrare la situazione del personale presente nella propria impresa. La prescrizione della nuova legge si rivolge alle aziende con un organico che superi i 50 dipendenti. Nel report dovranno essere indicate le assunzioni, le retribuzioni, eventuali promozioni e mobilità, ma anche i licenziamenti dei lavoratori. La legge introduce un punto fermo ed ineludibile per contrastare la discriminazione di genere nella fase selettiva del personale.

Ma anche una parità formale e sostanziale per ciò che attiene all'assetto organizzativo e il monte orario lavorativo. Questi dossier verranno pubblicati in rete dal Ministero del Lavoro, con l'elenco delle aziende che avranno rispettato la scadenza e di quelle che non vi avranno ottemperato. I suddetti report dovranno, inoltre, essere trasmessi da parte delle aziende anche ai sindacati, i quali avranno accesso, così come i dipendenti, per poterne fare uso, laddove si rendesse necessario, in sede giudiziaria.

Per i contravventori degli obblighi di legge, è prevista la sospensione per un anno dei benefici di natura contributiva eventualmente ricevuti, qualora l'irregolarità non dovesse essere sanata per oltre 12 mesi da quando l'Ispettorato del Lavoro esorta ad adempiere. In più, decorsi infruttuosamente 60 giorni da tale comunicazione, la sanzione applicabile è pari ad un importo che oscilla tra i 516,46 e i 2.582,38 euro.

E da 1000 a 5 mila euro in caso di dichiarazioni mendaci o incomplete. A partire dal 1 gennaio 2022, invece, sarà disponibile la Certificazione della parità di genere, ossia un 'bollino' che attesti la virtuosità di aziende pubbliche e private per aver redatto il report richiesto ed indicato in modo trasparente e puntuale tutte le informazioni, nonché aver praticato comportamenti concreti di eguaglianza tra uomini e donne, secondo criteri da individuare. Per le aziende private, più meritevoli, una volta ottenuta tale certificazione, sarà possibile godere di uno sgravio contributivo del valore massimo di 50 mila euro e di un punto percentuale sui contributi spettanti al datore di lavoro. Non solo, la certificazione, permetterà l'attribuzione di un punteggio ulteriore premiale nell'assegnazione di fondi e gare d'appalto.

Infine, la legge dispone che per le società controllate da pubbliche amministrazioni, e non quotate in borsa, vi debba essere la presenza nell'organico di figure femminili nei consigli di amministrazione almeno per i primi sei mandati postumi all'entrata in vigore della norma.