Per la serie BlastingTalks intervistiamo la CEO di Panguaneta Spa Miriam Tenca. L’azienda a conduzione familiare, totalmente italiana e fondata nel 1960 a Sabbioneta, è leader in Italia e in Europa nella produzione di compensati di pioppo.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali. Leggi le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks Italia.

Partiamo dalla vostra storia: siete partiti da Panguaneta oltre 60 anni fa e oggi operate come uno dei principali operatori di settore nella produzione di compensati di pioppo. In che modo è avvenuta questa crescita?

È una crescita in corso di sviluppo da oltre 60 anni, ed è sempre avvenuta passo a passo. Partiamo da una realtà che è molto connessa al nostro territorio, caratterizzato da una vocazione agricola e, dal pioppo che rappresenta la nostra materia prima. Siamo un’azienda manifatturiera, quindi trasformiamo un prodotto naturale coltivato sostanzialmente lungo il fiume Po e i suoi affluenti. La crescita dell’azienda è stata sempre graduale, ma costante, grazie all’approccio al lavoro, alle scelte di responsabilità, alla dedizione.

E grazie anche a investimenti continui in impianti e nuove tecnologie, in organizzazione e all’attenzione data alle persone che hanno reso possibile portare il nome di Panguaneta in giro per il mondo come sinonimo di qualità, affidabilità ed etica d’impresa.

Come si caratterizza la produzione e quali standard seguite?

La produzione parte dunque dalla materia prima, il tronco di legno di pioppo, che attraverso diverse fasi di lavorazione come la scortecciatura, la sfogliatura, l’essiccazione, la composizione e pressatura a caldo, la squadratura e la levigatura ottiene pannelli dai diversi formati, spessori e tipi di incollaggio che costituiscono un semilavorato per molteplici lavorazioni e utilizzi.

Siamo stati dei buoni custodi delle tradizioni, però cercando sempre di innovare per poter rimanere competitivi sul mercato.

A livello pratico come si traduce tutto ciò?

Lavoriamo questa materia prima tramite una produzione complessa e ancora molto artigianale, per ottenere un pannello semilavorato. Quindi un prodotto anche molto difficile da proporre sul mercato come brand.

È chiaro che abbiamo cercato anche di darci dei metodi e dei criteri.

Di quale tipo?

Seguiamo standard ISO per i sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente e l’energia, applichiamo il decreto legislativo 231 e abbiamo un codice etico. Per la nostra materia prima, a garanzia della provenienza del legno coltivato secondo una gestione responsabile delle foreste, seguiamo gli standard internazionali FSC® e PEFC. Certifichiamo il nostro prodotto finale secondo lo standard ISO 14025, una certificazione ambientale di prodotto, l’EPD, che ne misura tutti gli impatti ambientali. Le garanzie sulle emissioni del pannello CARB2, NAF, E1 sono certificate e controllate da enti terzi. Questo è innanzitutto un modo trasparente per evidenziare i nostri impatti, ma anche per implementare nuovi programmi di miglioramento.

Parliamo di sostenibilità: perché rappresenta un valore fondamentale per voi? E dal punto di vista pratico, in che modo applicate questo valore nel processo industriale?

Perché è un valore connaturato al nostro modo di fare impresa. Alla fine, anche prima che questa parola fosse così codificata e utilizzata, ci siamo trovati pronti perché l’approccio al business di Panguaneta è sempre stato sostenibile. I nostri valori partono dalla famiglia, dal rispetto per la dignità delle persone e per il territorio e riguardano la sicurezza e la salvaguardia della salute e delle condizioni di lavoro. L’attenzione alle persone è una caratteristica della nostra azienda. Rimangono per molto tempo con noi e cresciamo insieme per raggiungere obiettivi sfidanti non solo in termini numerici, ma anche della qualità del lavoro.

Al riguardo, cosa ci può dire rispetto al tema dell’innovazione e degli investimenti in nuove tecnologie?

Abbiamo sempre avuto anche una propensione all’evoluzione tecnologica e all’innovazione. Seguendo le evoluzioni tecnologiche abbiamo curato la gestione delle risorse energetiche. Il risparmio delle risorse naturali fa parte della nostra cultura, come caratteristica del territorio. Infatti, da sempre utilizziamo fonti rinnovabili per la produzione di energia termica e recuperiamo gli scarti di lavorazione. Siamo impegnati in un legame stretto con il nostro territorio e il sociale tramite l’ascolto delle esigenze che si traduce in collaborazione fattiva con il sostegno economico.

In che modo applicate questi valori nel processo industriale?

In concreto abbiamo investito moltissimo nella produzione di energia da fonti rinnovabili utilizzando i nostri sottoprodotti di lavorazione. Come con la corteccia e il cippato, che nella centrale termica a biomassa ci permettono di raggiungere da circa 10 anni l’autonomia dal punto di vista energetico. Abbiamo da sempre avuto attenzione all’efficienza dei processi di produzione cercando di diminuire gli scarti e riducendo il consumo specifico di legno per la produzione del compensato. Monitoriamo tutti i nostri impatti e ci poniamo obiettivi di miglioramento continuo. Ad esempio effettuando l’inventario dei gas ad effetto serra per la quantificazione delle emissioni di CO2 equivalente e puntiamo a brevissimo alla carbon neutrality.

In che modo questi aspetti si riverberano sul territorio?

La gestione di Panguaneta riversa sul territorio (province di Mantova e confinanti) intorno al 40% dei costi aziendali (circa 30 Milioni di euro). Panguaneta è annualmente impegnata a sostenere progetti nel sociale con contributi che variano da 30 ai 50 mila euro. Il nostro personale è composto per il 97% da contratti a tempo indeterminato, abbiamo un programma continuo per il miglioramento degli ambienti di lavoro (riscaldamento, luminosità) e per tecnologie che alleggeriscono la fatica del lavoro, una pianificazione della formazione e condivisione dei progetti.

Cosa implica la vostra adesione ai programmi di associazioni nazionali e internazionali nella promozione della responsabilità verde?

Anche in questo senso abbiamo sempre cercato di aprire un pochino i nostri orizzonti. Questo implica un impegno in prima persona e dei nostri collaboratori, come ad esempio per partecipare alle revisioni degli standard FSC o ai tavoli internazionali tramite l’associazione che ci rappresenta, Federlegno. In tali occasioni ci riuniamo per discutere e promuovere anche di pratiche ambientali sostenibili. Abbiamo avuto un ruolo di precursori, stimolando l’associazione Europea EPF a sviluppare percorsi verdi (dichiarazione ambientale di prodotto EPD) che, come azienda, abbiamo da primi intrapreso.

Come interagite con la realtà locale nella quale operate e con il territorio dove siete inseriti?

Siamo ubicati in una città che si chiama Sabbioneta, patrimonio dell’Unesco.

Questo rappresenta un orgoglio, ma anche una responsabilità da parte nostra per mitigare al meglio il nostro impatto visivo e ambientale. Diamo possibilità di lavoro a molte persone del territorio, manteniamo una filiera corta che valorizza il saper fare delle maestranze. A partire dalla coltivazione del pioppo fino all’utilizzo del compensato, che è un pannello che ha un uso a cascata del legno, in quanto il prodotto ha un fine vita molto longevo e può essere riutilizzato. Infine, da sempre privilegiamo il dialogo con le istituzioni e associazioni locali. Non abbiamo mai promosso né attuato un progetto aziendale che non fosse condiviso con l’amministrazione locale e con le associazioni. Questo anche a scapito di tempistiche per lo sviluppo e gli investimenti.

Per Panguaneta e le nostre famiglie il territorio fa parte della nostra vita.

Responsabilità sociale, transizione verde, rivoluzione ecologica sono temi di grande attualità: dal vostro peculiare punto di osservazione, come cambieranno il modo di fare impresa nel lungo termine?

Cambierà l’atteggiamento nel raggiungimento degli obiettivi aziendali. Non sarà solo importante raggiungere un obiettivo, ma diventerà fondamentale come questo viene raggiunto. Inclusione, efficienza, rispetto delle risorse e delle persone sono pilastri fondamentali. È un modo tradizionale di fare impresa, meno spregiudicato, che ritorna in auge perché di buon senso. Perché non guarda solo il presente, ma guarda più lontano.

Con la consapevolezza che dobbiamo preservare e alimentare le risorse di cui siamo custodi e che abbiamo a disposizione.

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