Sono passati ventidue anni da quel 7 febbraio 1992, quando in una città olandese (Maastricht), praticamente sconosciuta ai più, i dodici Paesi, allora appartenenti alla CEE, ratificarono il Trattato che dette vita ufficialmente alla nascita dell'Unione Europea.



Quel progetto venne accolto con un mix di entusiasmo, di scetticismo ma anche di speranza che la cooperazione economica tra i diversi Stati avesse potuto portare benefici a tutti i membri che vi avrebbero aderito.



Da quel 1992, ne è passata di acqua sotto i ponti, ed ora sono ventotto gli stati membri dell'Unione Europea: inevitabilmente chiedersi, in questo 2014 appena cominciato, quale sarà il futuro di questo progetto, alla luce della crisi economica che sta attraversando il nostro Continente.



Partiamo da un'analisi geo-politica: se l’Unione europea fosse considerata come un unico Paese, anche dal punto di vista territoriale, rappresenterebbe solo il settimo nella lista dei più estesi a livello mondiale e il terzo in quella dei più popolosi. Non parliamo poi dei singoli Stati, perchè il più grande, la Francia figurerebbe solo al quarantatreesimo posto come estensione, nulla a confronto della Russia, numero uno in assoluto, (26 volte più grande), della Cina e degli Stati Uniti, quindici volte più grandi.



Stando all'esame di questi freddi dati statistici, potremmo arrivare alla conclusione che il progetto dell'Unione Europea non abbia alcuna possibilità di competere con il resto dell'economia mondiale, ma non è propriamente così: un fattore importante sarebbe quello di mettere da parte l'idea dell' Europa 'a due velocità' (con la Germania decisamente avanti rispetto alle altre nazioni) ed assecondare di più quella (forse utopistica) degli 'Stati Uniti d'Europa' in cui venissero azzerati i privilegi derivanti da economie trainanti e venissero incorporate realtà attualmente in difficoltà.



Del resto, anche gli Stati Uniti d'America, durante la loro storia, hanno evidenziato luci ed ombre dal punto di vista economico ma le varie etnie (e sono tante) hanno cooperato insieme in vista del raggiungimento dell'equilibrio di bilancio: sarebbe troppo chiedere un 'domani' meno burrascoso e più 'unito'?